Pontenuovo di Magenta: addio alla Casa del Formaggio. Che peccato

Ennesima chiusura di un'attività storica, presente in città da oltre 60 anni

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

La chiusura risale a diversi mesi fa, ormai. Al 2023. Niente più saracinesca alzata in via Foscolo a Pontenuovo, dove dagli anni Sessanta era attiva la Casa del Formaggio. Gorgonzola, taleggio, stracchino, quartirolo, mozzarelle… Ma anche salumi ed alimentari. Un locale che ha vissuto e prosperato per diversi anni. Pensate al lavoro che garantiva una simile attività tra 1960 e 1970, con la Saffa attiva, migliaia di operai, nessun centro commerciale..

Altri tempi, che paiono molto più lontani della effettiva distanza calcolabile in anni. A Magenta, sino al finire degli anni Ottanta, c’era almeno un’altra rivendita di formaggi: quella della centralissima piazza Liberazione, a fianco dello storico bar Maino.

Magenta, come anche Abbiategrasso, è del resto una città particolarmente legata alla produzione lattiero-casearia. Ora in città al di là dei tanti super e medio market rimangono la gastronomia Arnaboldi, i punti vendita della Cooperativa San Rocco (Pontevecchio e zona Nord) e davvero poco altro. Una erosione dei punti vendita, del cosiddetto commercio di vicinato, decisamente inarrestabile. La Casa del Formaggio, coi suoi cartelli scritti a grossi caratteri con il classico pennarello, erano una deliziosa costante di tutti quanti noi che passavamo dalla statale 11. Ora, da tempo come detto poc’anzi, soltanto il grigio di serrande silenziose.

I dati del resto parlano chiaro. Fino al 2012, in Lombardia, tra negozi, bar, ristoranti, alberghi, pensioni e locande, ogni giorno aprivano le serrande 2.234 attività che oggi- dato del 2023- non esistono più. Il processo di estinzione è stato progressivo, ma tutt’altro che lento: in undici anni, infatti, c’è stata una riduzione del 13,4 per cento dell’offerta. È questo il doloroso risultato emerso dal focus della nona edizione dell’Osservatorio della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne sui dati del 2023 su un campione di alcuni capoluoghi e città lombarde — Bergamo, Brescia, Busto Arsizio, Cinisello Balsamo, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Sesto San Giovanni, Sondrio e Varese — e che complessivamente riguarda in tutta Italia 120 città medio-grandi.

Magenta, coi suoi 24mila abitanti, non fa ovviamente eccezione. E come tutte le medio grandi città lombarde, vede aumentare (o rimanere) mini market etnici che rivendono cibo o prodotti stranieri, per cittadini sudamericani, di fede islamica od altro. Sono le (nostre) vecchie botteghe, purtroppo, a segnare decisamente il passo. Un vero peccato. E che bello sarebbe se qualche giovane magentino o dell’est Ticino si mettesse in mente di riportare un negozio di formaggi in città.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Pubblicità

contenuti dei partner