“L’altro”: noi cantautori scriviamo storie da sempre, su note di 4 minuti. Dieci anni di vita europea nel romanzo d’esordio di Pippo Pollina.
La serata è stata arricchita da intermezzi musicali di Pippo Pollina alla chitarra; e da diversi interventi video registrati, con letture di passaggi fondamentali del suo libro, grazie a volto e voce dell’attrice, drammaturga e regista teatrale italiana, EGIDIA BRUNO, la cui presenza ha preso vita per mezzo di una grande installazione video, superiore al palco.
La sera del 15 dicembre, ha visto accogliere di nuovo Pippo Pollina in Rsi, in diretta suRadio ReteDue.
A condurre l’appuntamento, il veterano Gian Luca Verga.
Dovete sapere che Pollina, cantautore, musicista e giornalista è anche scrittore: il suo primo romanzo di formazione è appena uscito: “L’altro”, edito da squi[libri], per la collana CARTE DA MUSICA LA NARRATIVA DI SQUILIBRI e sta riscuotendo un immenso successo, al punto che, dopo essere andato in stampa in Italia, Germania ed Austria, a breve sarà stampato anche in Francia.
Un libro nato durante il confinamento quando, compreso che non sarebbe durata appena due settimane, lo scrittore ha deciso di dare vita a personaggi che gli frullavano in testa da un po’; ma non si è trattato comunque di una “prima volta”, visto che Pippo è ancora reduce dagli echi di un altro successo recente: “Cento Chimere”, un libro simbolo soprattutto della vita dell’autore, ricco di assonanze auto-biografiche.
Parallelamente a questo traguardo, l’autore ha annunciato che il 12 gennaio 2024, uscirà sulla piazza cantautorale anche con un nuovo disco: “NELL’ATTIMO. DIECI CANZONI FATTE A MANO”.
Proprio con questo lavoro, il prolifico Pollina si esibirà nuovamente al Teatro Sociale di Bellinzona, nel febbraio 2024.
Ma procediamo con ordine.
L’ultimo appuntamento in agenda di presentazione dell’opera di Pippo, coincide peraltro con l’ultima serata per il 2023, di questi show case radiofonici, sempre molto apprezzati dal pubblico presente come a casa.
Verga lo introduce definendo il volume come una storia dalle sfumature “drammaturgiche”, e non per niente gli domanderà in seguito, se lo vede traspositato in una serie televisiva oppure in un film.
Un romanzo ambientato in Sicilia ed in Germania, ha asserito il conduttore, che si snoda tra più livelli temporali e che parte dalla fine degli anni Ottanta fino alle Torri Gemelle, raccontando cosa è successo in Europa in quel lasso di tempo.
In questo lunghissimo periodo, ci sono stati molti cambiamenti che hanno ribaltato le nostre vite, come l’avvento di Internet, per esempio.
Da questi incontri l’autore di origine siciliana si è portato a casa tanta simpatia e calore umano, partendo da sei date nella propria regione sino a Bolzano:
“Ciò che ho notato dalle testimonianze dei lettori, è che ciascuna regione del pubblico ha prodotto una interpretazione e percezione un po’ diversa del mio romanzo, che è ricco e denso”, ha esordito Pippo, “Ciascuno preferiva approfondire e far suo un aspetto diverso, da quello psicologico dei personaggi a quello dell’elemento dedicato a Cosa Nostra, per esempio; mentre altri erano più interessati all’aspetto legato al fenomeno del Neo Nazismo in Germania, o dei legami tra i personaggi”.
Secondo Pollina Internet è stato con il suo avvento quasi prepotente il fenomeno di massa determinante nel periodo tra la caduta del Muro e le Torri: “Ha rivoluzionato completamente le nostre relazioni sociali ed il nostro modo di comunicare”.
Quali cambiamenti preponderanti per l’Italia con la fine della Guerra Fredda? Indubbiamente la nascita della Seconda Repubblica per iniziare; ma non è possibile dimenticare le stragi di Mafia e le trattative Stato-Mafia, passando per il processo a Giulio Andreotti.
Con il suo romanzo però, Pippo compie un’operazione derivante da un suo quesito: quanto il macrocosmo influisce sul microcosmo? La risposta ne diviene lo scopo.
La critica morale di Pollina verte su quello che era il motto negli anni Ottanta: fregarsene della politica e di ciò che accadeva nel mondo, e pensare solo a fare un sacco di soldi: a suo avviso, di questa mentalità, l’Italia paga le conseguenze ancora oggi.
Un altro valore che da allora non viene più insegnato, secondo Pippo, è quello della “sconfitta”:
“La sconfitta è un valore perché ti insegna l’autocritica, a riflettere su te stesso e produce molti buoni frutti, più della vittoria. È un po’ come nel gioco del calcio: noi osanniamo chi segna il goal, che poi esulta come un pazzo; ma dovremmo custodire anche l’esperienza di chi ha perso il match”.
I protagonisti della trama nata dalla penna di Pippo Pollina, ossia Nana’ Conigliaro e Frank Fischer, vivranno le proprie vicissitudini umane all’interno di queste trasformazioni: diciamolo, che nasceranno amori ed amicizie, non vi saranno “solo” fatti storici!
Ed il filo della memoria, legato alle emozioni, alle nostalgie ed ai ricordi dei personaggi, avvince il lettore: questo il feedback delle circa 1500 persone che fino all’altro ieri, sono corse a queste presentazioni d’autore, in giro per tutta Italia per concludere nella Svizzera italiana.
Pippo non si ritiene in possesso di una vera tecnica narrativa: difatti, ritiene che ad aiutarlo a sintetizzare concetti sia stata proprio la scrittura di innumerevoli testi di canzoni in oltre QUARANTANNI DI CARRIERA.
“I tempi musicali latro non sono che il ritmo di una storia che culmina nel ritornello”.
Dopo i primi intermezzi di lettura al leggio da parte di Egidia Bruno, Pippo si è addentrato in un altro tema: chi dovrebbe essere ad occuparsi della lotta a Cosa Nostra?
“Non è un’operazione che si può delegare unicamente ad istituzioni quali polizia e tribunali. Dietro Cosa Nostra vi è tutto un fenomeno culturale e storico, che va rivoluzionato attraverso le scuole e un mutamento di mentalità della popolazione, partendo dai giovanissimi!”
È qui che Pippo fa suo un altro celebre slogan di quegli anni, che videro protagonisti anche Falcone e Borsellino, che sapevano per primi che tutta la società doveva partecipare al cambiamento: “Chi rivoluzionerà la società? Un esercito di maestri elementari!”.
C’era chi veniva ucciso, proprio per aver tentato di portare questo cambiamento di quartiere in quartiere, nelle aule delle scuole elementari.
Pollina sottolinea poi un altro contesto: l’influenza della cultura patriarcale in Italia, dal dopo Fascismo in avanti, che ha penalizzato tutta l’Italia, in alcune regioni di più, in altre di meno, ma comunque su tutta la penisola: “Il padre-padrone era il marchio distintivo di una intera generazione, che ne raccoglieva la tradizione e la portava avanti, influendo sul comportamento dei figli a tutti i livelli”.
Il grande finale ha racchiuso tutto il succo di ciò che fa qualunque tipo di autore: portare cultura:
“La cultura e l’arte sono le ultime ancore di salvezza dell’Umanità! Oggi anche la libertà di espressione è in pericolo in Italia… Penso e spero che non si sia ancora al culmine dei divieti ad esprimere le proprie opinioni, ma velati ci sono e se ne avvertono i segnali chiaramente. Io stimo moltissimo i giovani di oggi che lottano per la parità di genere e per il clima: siamo agli sgoccioli ed un guadagno smodato ed immorale, porta i grandi della Terra ad ignorare i cambiamenti; dimenticando che tra 30 anni tutti questi soldi non serviranno perché rischiamo non ci sia più nessuno!”
Alla domanda di mia sorella Aida se pensa di portare questi temi ed il libro nelle scuole, Pippo Pollina ha risposto: “L’idea, non appena ne avrò il tempo, è proprio questa ed i messaggi di apprezzamento che ricevo dalle scuole, mi fanno ben sperare!”.
Monica Mazzei (foto nella nostra gallery)
freelance culturale
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