MILANO – La madre di tutte le stragi. Piazza Fontana segna l’inizio della strategia della tensione che caratterizza la storia del Paese e 50 anni dopo rimane una delle vicende più complesse da spiegare e non solo dal punto di vista giudiziario. Le lunghe indagini sono state segnate da depistaggio ed errori, la matrice neofascista è stata svelata, i colpevoli sono stati identificati ma nessuno ha scontato la pena. Sono le 16.37 di venerdì 12 dicembre 1969 quando una bomba esplode nell’androne principale della Banca nazionale dell’agricoltura di piazza Fontana a Milano. L’esplosivo, almeno 7 chili di tritolo, è contenuto in una valigetta messa sotto il bancone al centro del salone e collegato a un timer. Il bilancio finale è di 17 morti e 88 feriti.
A 50 anni esatti dalla strage, molti gli eventi in calendario oggi a Milano.
Il Consiglio comunale straordinario alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dalle 16; la posa di formelle con i nomi delle 17 vittime in piazza Fontana; la piantumazione da parte del sindaco di Milano Giuseppe Sala di un albero in ricordo di Giuseppe Pinelli nei pressi della casa del ferroviere anarchico. E ancora, oltre al tradizionale corteo da piazza della Scala a piazza Fontana il pomeriggio di mercoledì 12, l’apertura di Palazzo Marino domenica 15, nell’anniversario dei funerali, per l’esposizione di una mostra curata dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università Statale di Milano arricchita dalle fotografie storiche di Ugo Mulas scattate in occasione delle esequie delle vittime. Poi testimonianze, proiezioni di documentari e performance teatrali.
Queste sono solo alcune delle iniziative in programma in occasione del cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana.