“La situazione è molto pesante, perché gli allevatori che hanno già avuto problemi l’anno scorso non hanno ancora ricevuto l’indennizzo totale ma solo parziale. E poi è in dubbio la loro possibilità di continuare a fare gli allevatori perché sono attualmente bloccati. Dispiace molto, insomma, pensare che in una provincia come ad esempio Pavia la suinicoltura possa morire definitivamente”.
Così, con Adnkronos/Labitalia, Elio Martinelli, presidente di Assosuini, fa il punto sugli effetti delle restrizioni contro la peste suina sulla suinicoltura italiana. Secondo Martinelli, “non esiste solo il problema dell’allevamento dove è stato scoperto il virus Psa ma c’è chi ha solo avuto la sfortuna di essere vicino ad esso e purtroppo ha ancora più danni perché non può continuare a fare l’allevatore perché il mercato non accetta questi suini e quindi deve chiudere”. E secondo il presidente di Assosuini con le “ulteriori restrizioni decise dal commissario straordinario che per 30 giorni ha irrigidito tutto, chi è in quelle zone non può fare l’allevatore”. “Penso a chi ha una scrofaia, che ha i parti continuamente e ha solo scrofe, e quindi deve spostare i suinetti una volta svezzati, non può farlo per 30 giorni. Quindi ci sarà anche chi farà abortire le strofe. Insomma, sta creando una situazione veramente difficile per le zone, purtroppo sfortunate, diciamola così. E purtroppo non vediamo ancora la luce”, sottolinea.