Lโincontro bilaterale tra il presidente statunitense Donald Trump e lโomologo russo Vladimir Putin a Helsinki, in Finlandia, era, come ovvio, tra gli eventi piรน attesi delle ultime settimane. Un incontro che รจ stato, come lo hanno descritto gli stessi presidenti, positivo, dati i pregressi recenti. I temi emersi nella conferenza stampa congiunta di fine giornata sono stati molteplici: dal rigetto delle accuse di interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane, alla possibilitร , per Washington e Mosca, di โregolareโ insieme il mercato energetico, passando per la Siria (Trump ha al proposito sottolineato la necessitร da parte americana e israeliana di un ritiro dal territorio delle truppe iraniane) e, infine, per la creazione di un tavolo di lavoro congiunto per il miglioramento delle relazioni reciproche. Sarebbe inoltre stato trovato un accordo per la messa in cantiere di un rilancio del progettoย STARTย per la non proliferazione degli armamenti nucleari. Nessun accordo sarebbe invece stato trovato sulla Crimea.
Tuttavia, al netto delle positive dichiarazioni al termine dellโincontro, Federazione Russa e Stati Uniti, per quanto possano aver ristabilito un dialogo quanto mai necessario, difficilmente saranno in futuro Paesiย partnerย e men che meno alleati,ย come ha subito affermato il presidente della Camera dei rappresentanti Paul Ryan, dopo le forti critiche sullโincontro piovute da parlamentari sia repubblicani che democratici, espressione di unย deep stateย americano che teme la pace tra le due potenze. I cui progetti geopolitici sono comunque innegabilmente e intrinsecamente rivali. Se Mosca persegue con la Cina una prospettiva multipolare, Trump vorrebbe riaffermare il predominio statunitense (โmake America great againโ) decostruendo i sistemi di alleanze in essere potenzialmente alternativi: lโegemonia tedesca in Europa e appunto lโasse sino-russo-iraniano.
DUE VISIONI DIVERSE SUL FUTURO DELLโEUROPA
SullโUnione Europea la prospettiva di Trump sembra essere quella di indebolire lโegemonia di Berlino e alleggerire la costruzione comunitaria,ย definita dallo stesso presidente americano โun nemicoโ, arrivando a un โalter-Europaโ con maggiore sovranitร delegata agli Stati, ma ancora piรน saldamente ancorata allโatlantismo. Da questo punto di vista, come piรน volte riportato su queste colonne, i suoi alleati sono i movimenti sovranisti e identitari e i governi nazionalisti dellโEuropa centrale (il gruppo di Visegrad soprattutto), che rappresenterebbero lโarea di influenza naturale della Germania ma che, invece, rispondono piรน alla Casa Bianca che non alla โcancelliera di ferroโ. Paesi che costituiscono, soprattutto con il progetto dei โtre mariโ,ย benedetto da Trump nel luglio 2017, che riecheggia il vecchio progetto dellโIntermariumย e guidato da un Paese fortemente russofobo come la Polonia, un cordone sanitario atlantista che separa la Germania e la Federazione Russa, separazione che รจ praticamente da sempre lo scopo principale della politica estera americana in Europa continentale. Ecco perchรฉ il progetto per il gasdottoย North Stream 2ย รจ stato al centro delle polemiche di Trump alย summitย dellaย NATOdi settimana scorsa, quando ha accusato la Germania di chiedere agliย USAย di proteggerla dipendendo poi dai russi per il gas.
Da parte di Mosca, sebbene nei picchi di maggiore tensione con Bruxelles vi sia stata una certa simpatia rivolta ai movimenti sovranisti e sebbene vi sia unโinnegabile vicinanza culturale piรน ai nazionalisti dellโEuropa centrale (soprattutto allโUngheria di Orban e allโAustria del giovane Sebastian Kurz) che agli ostili circoli globalisti franco-tedeschi,ย il progetto รจ sempre stato, nonostante le difficoltร piรน recenti, quello di una โGreater Europeโ, ossia di una collaborazione tra unโUnione Europea in prospettiva sempre piรน autonoma dalย deep stateย americano e dallโeliteย liberalย (piรน che altro in tal sensoย va letto il supporto russo ai movimenti identitari) e lโUnione Economica Eurasiatica guidata dalla Russia. Un conglomerato che sappia poi dialogare, in ottica multipolare, con la Repubblica Popolare Cinese, forte del gigantesco progetto di investimenti dellaย Belt and Road Initiative.ย Non รจ un caso che giร , in Russia, esistano interessantiย think tankย al lavoro su questa ipotesi.
UE PIUโ REALISTA DEL RE: COSTRETTA A PIEGARSI ALLAย NATOย PERCHEโ MILITARMENTE DEBOLE
Tuttavia va detto che, se ilย summitย NATOย di Bruxelles poteva essere, per i Paesi UE, lโoccasione per emanciparsi ulteriormente dalla Casa Bianca, รจ successo esattamente il contrario. Nonostante le accuse di Trump agli alleati per il basso livello di spesa militare,ย il comunicato conclusivo ha dato fondamentalmente ragione a lui, che chiedeva il rispetto del target del 2% del PIL entro il 2024ย e addirittura aveva paventato una richiesta di raggiungere il 4%. LโEuropa comunitaria, divorata dagli egoismi interni, sembra insomma non riuscire a emergereย dal suo ruolo di strumento geopolitico delย deep stateย statunitense e dellโeliteย globalista e questo sembra il principale ostacolo alle prospettive di unโUnione su cui la Germania seguita a esercitareย unโegemonia economica ma non politica. Laย NATOย รจ il garante di questoย status quo, perchรจ, come disse il primo Segretario Generale dellโalleanza atlantica,ย Lord Hasting Ismay, โNATO is for keeping the Russians out, the Americans in and the Germans downโ. Testualmente: โLa NATO serve a tenere i russi fuori (dallโEuropa), gli americani dentro e i tedeschi in posizione subalternaโ. Inoltre va detto che lโEuropa, senza laย NATO, รจ ormaiย debolissimaย a livello militare, potenzialmente incapace di resistere a un conflitto con Russia o Turchia (membro dellโalleanzaย ma inaffidabile),ย ragion per cui oggi iย leaderย europei sono costretti a piegarsi a qualsiasi richiesta americana per scongiurare una rottura dellโorganizzazione.
IRAN: PER MOSCA UNย PARTNER, PER WASHINGTON UN REGIME DA ABBATTERE
In conclusione vi รจ poi ilย dossierย Iran. Per Mosca (e Pechino) unย partner fondamentale, che ha contribuito del resto in maniera determinante alla sconfitta delle truppe jihadiste in Siria, ma anche unย partnerย economico soprattutto per lโEuropa continentale che, ancora una volta Germania in testa, non vuole rinunciare ai benefici delย JCPOA, lโaccordo sul nucleare iraniano che Trump ha invece strappato.ย Come scriveva pochi giorni fa Giampaolo Rossi suย Occhidellaguerra.it, โlโAmerica di Trump ha deciso diย individuare nel regime degli ayatollah il nemico da abbattere per ridisegnare il Medio Oriente attorno allโasse Israele/Arabia Saudita, alleati storici e fidatiโ. In questo senso le sanzioni economiche sono il primo passo di una progressiva pressione che gli USA stanno caricando su Teheran. Pressione che, ai russi, non puรฒ evidentemente far piacere.ย Ma che, probabilmente, nellโottica di Trump potrebbe anche servire a trovare un nuovo accordoย in extremis.
ALLENTARE LโALLEANZA TRA CINA E CREMLINO? DIFFICILE. E PECHINO TENDE LA MANO A BRUXELLES
E la Cina? Pechino non รจ stata a guardare. Mentre i due presidenti si incontravano a Helsinki, a Pechino Donald Tusk e Jean Claude Juncker, in rappresentanza della Commissione Europea, incontravano il presidente cinese Xi Jinping in occasione delย summitย UE-Cina e firmavano diversi accordi.ย Praticamente un segnale mandato a Trump. Non solo, perchรจ, nelle stesse ore dellโincontro in Finlandia,ย la Repubblica Popolare ha annunciato lโinvio, per la prima volta, dei bombardieri nucleariย Xian H6ย in Russia per esercitazioni congiunte. Un segno di quellโalleanza forte che Trump (che prima del bilaterale con Putin aveva affermato โparleremo del nostro amico Xiโ) vorrebbe allentare,ย sfruttando probabilmente le comuni preoccupazioni con la Russia per la crescente capacitร militare e influenza finanziaria cinese, per fermare il declino dellโegemonia globale statunitense e rallentare il processo di transizione verso uno scenario internazionale multipolare. Ma questo, al momento, appare difficile. Se non impossibile.
Cristiano Puglisiย perย ilgiornaleoff.it (da www.iltalebano.com)