Eutanasia: ci sono i casi in cui รจ richiesta e voluta da pazienti che non ce la fanno piรน. Che cosa รจ un grido di dolore possiamo tutti saperlo, constatarlo o immaginarlo. In quel caso ogni reazione degli uomini che lo ascoltano non รจ per sua natura predeterminabile. ร un caso serio, anzi potremmo dire รจ il caso serio. Non cโรจ, infatti, nessun tranquillo a-priori che puรฒ dirci che cosa fare e nemmeno il nostro senso della giustizia puรฒ risultare cogente in assoluto.
Se un uomo, magari addirittura una persona cara o oppure qualcuno che si รจ affidato a noi, ci chiede e ci implora di morire che cosa possiamo fare? Ucciderlo? Dirgli: โMi dispiace non posso uccidertiโ? Invocare lo Stato e la Societร ? Agire con un gesto impulsivo chiamando a sรฉ la testimonianza del cielo o dellโinferno? โฆ Che cosa รจ โgiustoโ?
Difficile dirlo. Non sappiamo se lโimplorazione che abbiamo ricevuto sia dovuta a un errore. Se sia stato il dolore stesso a sconvolgere e a generare la confusione che porta a considerarlo indisgiungibilmente connesso alla vita, finendo col ritenere che lโunica via per evitarlo sia la fine della vita stessa. Certo una cosa sappiamo: sappiamo che, come spesso avviene nei rapporti con coloro cui teniamo, a volte รจ piรน facile dire di sรฌ che dire di no. Dire di sรฌ tranquillizza con la reazione positiva della persona in questione. Ci si mette sulla stessa lunghezza dโonda. Si evitano conflitti, sensi di colpa, discordie e si ha lโimpressione di fare il bene. Rimane da vedere se poi il bene รจ stato veramente compiuto. Diverso รจ il caso della fredda e calcolata trasformazione del caso singolo in un modello per una regola generale. Diverso รจ lo sfruttamento politico del caso singolo per semplificare e banalizzare. Diverso รจ lโinteresse ideologico che si cela dietro la spettacolarizzazione del caso singolo e il suo sfruttamento mediatico.
Poi cโรจ tutto lโarmamentario dellโideologia. Cโรจ un giacobinismo rampante che parla di dolore e fagocita il dolore. Poi a volte ritornano i miti settecenteschi, lโanticlericalismo dโaccatto, i pregiudizi positivistici e lโapparato consunto del progresso โlibero e laicoโ. Tutti dunque a gettarsi sullโuomo morente con gli strumenti dei media e della comunicazione di massa che presto individua nemici e indica il cattivo di turno, soprattutto e preferibilmente nella Chiesa cattolica. Tutto ciรฒ ha una lunga storia, tendendo a ripresentarsi e a venire a galla come un rifiuto non riciclabile. A ogni occasione, dove coglie un poโ di umiditร , la muffa giacobina attecchisce e corrode lโintelligenza e lo spirito.
Ecco allora la difesa dellโeutanasia che si accompagna mediaticamente con quella dellโaborto e della droga: omicidio, infanticidio, degradazioneโฆ che devono divenire leciti nella societร libera, laica e permissiva. Lโhomo consumens, il cui ideale supremo รจ la comoditร , il piacere, il godimento istantaneo abbandona la pelle di pecora, quando si toccano i suoi supremi interessi, e diventa lupo. Rabbiosamente sbava contro i nemici di sempre, i cristiani e la Chiesa cattolica, colpevoli di infangare lโidolo, il feticcio senza il quale ogni rito laicista รจ impossibile: la libertร individuale.
Perchรฉ in ultima istanza il dolore e la morte non interessano piรน di tanto. Quello che conta รจ la promozione artificiale della โlibertร โ. Alla politica dei rampanti radicali questo interessa. E sotto la libertร cโรจ lโeterno ritorno di una maleodorante idolatria: lโindividuo e il suo comodo sopra tutto. Ma ciรฒ non avviene senza ulteriori travestimenti, il piรน subdolo e ignobile dei quali รจ la compassione. La compassione รจ un umanissimo sentimento di empatia e partecipazione al dolore altrui. Essa testimonia un fatto di enorme rilevanza: il fatto che il bene umano non รจ tale se non รจ condiviso e la mancanza di un bene in un uomo si riverbera nellโanima di un altro, lasciando il segno.
Ma se la compassione, che vuole il bene, deve essere autentica, non puรฒ mai essere violentata vedendosi attribuita una finalitร di morte. Se il dubbio puรฒ corrodere la coscienza di colui che assiste a una persona cara in preda a indicibili sofferenze; se ciascuno puรฒ essere indulgente verso di sรฉ e verso gli altri immaginando una situazione estrema e lacerante, ciรฒ non puรฒ mai divenire una regola. Non si puรฒ mai assumere come criterio regolativo il concetto che sia lecito ammazzare un uomo per compassione, perchรฉ la morte con tutta evidenza non รจ un bene. Soprattutto quando la morte inflitta secundum legem va di pari passo allโassunzione dellโideale della libertร come libertร di godimento, in un mondo mercificato che sa appunto offrire anche una morte ร la carte.
Tale libertร unita a quella compassione legale che diventa aggressivitร mortifera sono due delle maggiori mistificazioni di questa modernitร decadente. ร il nulla che avanza in forma placida e umanitaria, che normalizza per via giuridica lโinsondabile significato dellโesistenza, riducendone il valore alla mancanza di sofferenza. ร la porta aperta allโanestesia come modello sociale e alla vita come intervallo piacevole tra due eternitร insensate. E allora chi dice: โNon uccidereโ รจ colpevole? Chi si appella a questo antico comandamento รจ il cattivo? ร violento e insensibile? No, piuttosto viene da dire: โChe belle e giuste sono le imposizioni bioetiche della Chiesa cattolica, che grande saggezza vi รจ in tutte le imposizioni che ti impediscono di umiliare la tua umanitร ! Che felice colpa รจ il dolce autoritarismo della Chiesa che sprizza bellezza e sprezza lโignobile bassezza di tutti i materialismi. Sia benedetta sempre quellโinquisizione che indaga nei recessi oscuri del nichilismo che avanza e trattiene dallo sbracamento con lโorgoglio di combattere una battaglia persa contro questo degradante Zeitgeistโ.
Se, infatti, questa civiltร di cose e di comfort estende i suoi tentacoli sulla vita, manipolando, reificando, mercificando, e sottoponendo tutto alla logica quantitativa ed edonistica del denaro, cui lโeutanasia รจ strettamente funzionale (ammazzare รจ comodo, rapido ed economico!), la Chiesa offre un barlume di razionalitร โฆ La Chiesa cerca lโuomo e lo vuole perfetto come il Padreโฆ dunque lo chiama alla grandezza, anche nel dolore. ร la grandezza del coraggio che noi dobbiamo avere sapendo che il dolore, in ogni caso, non ci sarร risparmiato, ma รจ anche e soprattutto la grandezza della cura, che si fa interpellare dal dolore altrui e muove ad agire concretamente per aiutare, soccorrere, lenire contro ogni effettualitร , contro ogni smentita dei fatti, contro ogni limite che la natura impone. Opus contra naturam รจ la morte comminata nelle miserabili stanzette dellโorrore di โExitโ o di โDignitasโ (che compie omicidi-suicidi assistiti al modico prezzo di 3.500 euro, con variazioni, giustissime, a seconda del reddito), opus super naturam รจ la grande impresa della cura e della vicinanza, in cui tutti possiamo sperare.
La ragione ci rende capaci di distinguere, di sapere che cosa รจ terapia, che cosa no; che cosa significa accanimento terapeutico, quali sono le tecniche di sedazione, che cosa si puรฒ e si deve fare e che cosa si deve tralasciare. La ragione รจ fine perchรฉ non lavora come un calcolatore. Si innesta nella totalitร dellโessere umano nel quale esistono valori e modalitร di considerare e rispondere ai valori (e lโamore รจ la risposta che noi diamo a ciรฒ che vale in assoluto). Seguire questa ragione, al tempo stesso rigorosa e misericordiosa, รจ lโindirizzo che offre questa bella Chiesa violenta a tutti i violenti che vogliono rapire il regno dei cieli. Il resto รจ, nel migliore dei casi, da confinarsi nella nobiltร vuota dellโorgoglio stoico che esalta il suicidio solo perchรฉ esso avrebbe una certa apparenza di eroismo nellโinsensato meccanismo della storia cosmica: una grande ruota che gira a vuoto, dove la ragione si perde nel piรน abissale irrazionalismo delle cose che accadono perchรฉ accadono.
In alternativa, spogliata lโumanitร di ogni pur superficiale e vuoto splendore, cโรจ la vera malattia mortale dellโOccidente, quella che nessuna eutanasia interrompe: lโopaca melma dellโutile e del piacevole, dellโempirico e del positivo, del fattuale e del tecnico, di tutto ciรฒ, insomma, che รจ amorfo e privo di veritร . Costringere la civiltร su questa via, mediante lโuso sapiente di immagini di dolore e di disperazione, รจ il crimine piรน grave e universale: fermiamolo!
Massimo Maraviglia