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Pensieri Talebani- Elogio della vagina (e della donna), di Beatrice Mantovani

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La vagina prima di essere un luogo di piacere è il luogo di origine della vita per eccellenza. Fin dall’antichità celebrata come simbolo sacro e potenza vivificatrice dell’eros e della relazione che intercorre tra fecondità, vita, sessualità e riproduzione. La vagina è la porta che permette alla vita di venire alla luce, non solo metaforicamente ma anche fisiologicamente. Basti pensare alle grandi dee madri della fecondità e matrici di vita onorate fin dall’antichità come le custodi del mistero della creazione della vita.

Con il passare del tempo abbiamo perso di vista non solo il simbolismo di questo organo femminile ma anche la sua funzione: relegata ad essere un mero strumento di piacere, la vagina è venuta a perdere il suo significato più profondo.
Le nostre conoscenze appaiono più affinate ma la sacralità della vagina è stata corrotta, e sessualità, maternità e gravidanza sono diventati, impensabilmente, indipendenti.

Non a caso Nietzsche soleva parlare, riferendosi proprio al ruolo sempre più invasivo della scienza e del dominio della pratica, di malattia del secolo, volendo, probabilmente, alludere alla particolare condizione esistenziale dell’uomo moderno, quella condizione che si è maggiormente particolareggiata, e specificata, nel corso del XX sec., sino a meritarsi l’etichetta di postmoderno.

Prendere in mano la riproduzione tramite la scienza medica riproduttiva equivale a sconvolgere l’universo culturale umano, a sovvertire in un modo assai rilevante, il senso della vita.  Usare la tecnica/scienza al posto del corpo umano/natura significa rinnegare l’importanza dell’unione tra uomo e donna che permette di dare origine a una nuova vita, significa distruggere una parte significativa sia del legame di coppia e di maternità, sia del concetto tradizionale di famiglia.L’introduzione dell’utero artificiale sovverte il principio di realtà secondo cui la vita nasce dal rapporto e l’unione di una donna e di un uomo e rompe l’ultimo filo rimasto che lega la necessaria dipendenza, o meglio la complementarietà, tra uomo e donna per riprodursi. Non servirà più una coppia, i singoli potranno crearsi una prole. Le relazioni, e le relazioni sessuali in primis, non saranno più necessarie dal punto di vista funzionale per la sopravvivenza della specie umana.Tutto ciò si inserisce nel tentativo di spingere l’ideologia transumanistica e l’idea di genere. L’obiettivo non cambia: dire addio all’identità dell’essere umano nel suo naturale dimorfismo maschile e femminile, perché per l’ideologia gender le differenze sessuali tra maschio e femmina non avrebbero più alcuna importanza, se non dal punto di vista culturale. Conseguentemente non avrebbero motivo di esistere!L’obiettivo è quello di rimodellare l’immagine stessa dell’essere umano, creando un Uomo Nuovo completamente diverso dall’attuale e completamente snaturato.

Se le differenze sessuali devono essere cancellate perché obsolete si dovranno eliminare anche le peculiarità intrinseche che differenziano la donna dall’uomo, in primis il dono unico di poter generare la vita dentro di sé. Ecco la nascita fuori dal corpo. Una nascita non più delegata alla donna come Dea Madre creatrice, ma ad un utero artificiale, da una macchina!Questa rivoluzione sconvolgerà la società umana, trasformando non solo il concetto di famiglia, ma la vita stessa. Avremo figli con due padri, due madri, due madri e due padri, quattro madri, arrivando a generare la vita in una fredda macchina, senza alcun contatto con l’uomo, se non quello in camice bianco, senza alcun calore e amore materni e paterni.Questa è la totale disumanizzazione dell’essere uomo.

Beatrice Mantovani

da www.iltalebano.com

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