Fine settimana di violenza nella Casa Circondariale di Pavia, dove nelle ultime ore si sono verificati diversi eventi critici che hanno provocato lesioni e feriti ad appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. “Nella serata di venerdì, un Agente di Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto straniero per avergli impedito di transitare in una area non consentita. Il collega è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso del nosocomio cittadino per una forte contusione al braccio”, evidenzia Alfonso Greco, segretario del SAPPE.
“Sabato, poi, un altro agente di Polizia Penitenziaria, appena iniziato il servizio, è stato aggredito da un altro ristretto di origine straniera per averlo rapportato disciplinarmente alcuni giorni prima. Anche in questo caso il collega è dovuto ricorrere alle cure dell’Ospedale, dove è stato dimesso con una prognosi di sette giorni”, prosegue il sindacalista. “Nella giornata di domenica, infine, per proteggere un detenuto straniero da altri ristretti che volevano aggredirlo il personale coinvolto è rimasto contuso e sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto soccorso del nosocomio cittadino, ove sono stati poi dimessi con una prognosi rispettivamente di tre e sette giorni”.
Il sindacalista rimarca le difficoltà che quotidianamente caratterizzano le carceri lombarde e torna a sollecitare le Istituzioni: “Oramai, la situazione del carcere di Pavia è divenuta insostenibile e le aggressioni sono all’ordine del giorno soprattutto, dopo il rientro lo scorso luglio del personale di polizia penitenziaria che era in servizio di missione da altri istituti per dare un importante contributo”.
“Chi aggredisce un poliziotto, un appartenente alle Forze dell’Ordine, aggredisce lo Stato”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE.
“Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste dei colleghi di Pavia e della Lombardia trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri regionali, al di là di ogni buona intenzione, è costante. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze”.
“Rivendichiamo la dotazione di strumenti di difesa per garantire l’incolumità fisica degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”, evidenzia il leader nazionale del SAPPE, “”Si riparta da questi gravi fatti per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato! Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui. E non è certo l’affettività in carcere a favore dei detenuti la priorità di intervento per il sistema carceri!”, conclude Capece.