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+++ Pat Green – “Miles and Miles of You” (2022). By Trex Roads +++

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Il Texas: uno Stato sconfinato, un mondo quasi a sé stante rispetto al resto degli Stati Uniti e questa unicità la possiamo trovare anche nel mondo della sua musica, come spesso vi ho raccontato. La musica qui non è solo un passatempo, qualcosa che serve a divertire o a riempire il tempo libero.

In Texas la musica è parte integrante del tessuto sociale, racconta la vita della gente e ci sono artisti che sono diventati un vero e proprio culto pagano.
La musica, vista la grandezza dello Stato, è stata influenzata da tantissimi stili. Non esiste un genere solo, anche se, soprattutto alle nostre latitudini, si associa ai texani subito il country.

Il Texas è stata la culla del blues acustico ed elettrico, del primo rock and roll, del rock-a-billy, del red dirt, ma anche di band che hanno fatto la storia dell’heavy metal: insomma ce n’è per tutti i gusti. E, di riflesso, è anche uno stato dove i festival musicali e i locali sono istituzioni.
Questo lungo preambolo è stato necessario per introdurvi uno di questi artisti che negli anni sono diventati leggendari e di culto: Pat Green.
Green ha cominciato la sua carriera appena 18enne (oggi ne ha 50) nella scena musicale di Lubbock e nel 1995, grazie al prestito dei genitori aveva registrato alcuni album indipendenti che si sono fatti notare.

Tanto che nel 1998 aveva attirato l’attenzione di un’altra leggenda texana, Willie Nelson che lo volle nel suo concerto del 4 luglio, ormai un’istituzione nazionale.
Da indipendente e grazie a questa apparizione, Pat era diventato richiestissimo e i suoi show tutti sold-out.

Il primo contratto con una major gli permise di pubblicare il suo primo disco ufficiale nel 2001 Three Days. Un successo clamoroso, pieno di splendidi pezzi che nonostante alcune influenze pop country, avevano una grande forza espressiva e lirica.
Durante gli anni che vanno dal 2003 al 2009 Green ha pubblicato altri 4 album che però non hanno mai raggiunto la bellezza dell’esordio, nonostante il successo commerciale e i numerosi premi. Il suo mito aveva acquistato forza grazie alle sue esibizioni live e ai tutto esaurito.
Capì quindi che aveva bisogno di tornare alla vera essenza della sua musica e lasciata la major decise di tornare a casa in Texas da indipendente.
Dopo quasi 5 anni finalmente pubblicò nel 2015 quello che, secondo me, è il suo miglior album: Home.
Grandi canzoni e grandi apparizioni di amici/artisti come Lyle Lovett, Sheryl Crow e Delbert McClinton.

L’attesa per un nuovo disco di Pat Green è stata lunga, artisticamente parlando una vita: 7 anni. Eccoci qui, finalmente, a parlarvi di un nuovo disco di una vera leggenda: Miles and Miles of You.

 

Devo dire che è valso la pena aspettare e grazie alla perfetta produzione di Dwight A. Baker (uno che aveva già lavorato con un’altro mito texano e cioè Josh Abbott) ci regala 10 splendide canzoni di country rock fresche e non banali.
L’apertura è una dichiarazione d’intenti, I’m Going Home è un ritorno atteso, è chitarre e melodia, con la sua voce piena e intensa ad accompagnarci. E’ la musica che la gente si aspetta da lui, è ritmo e sentimento di casa.
La title track è una splendida canzone scritta da Jon Randall che Green aveva registrato nel 2005 su di un nastro e della quale avrebbe sempre voluto registrarne una sua versione. Una versione davvero molto bella, una ballata evocativa, di quelle che ai concerti faranno accendere le piccole luci e commuoveranno.
Bellissima April 5th, chitarra acustica e voce ad introdurla, ma poi un pianoforte da saloon e ritmo avvolgono un pezzo che ho adorato. Uno dei miei preferiti, quasi blues, molto Texas.
La scatenata If I Don’t Have a Honky Tonk è country rock divertente e da ballare, da sentire a tutta velocità su una di quelle strade infinite. Dal vivo scatenerà incendi fra la folla texana e non solo. Pat Green è tornato amici!

 

Bad Bones ha una groove assassino, chitarra sincopata e voce sugli scudi, particolare e assolutamente riuscita.
Seduto sotto l’ombra di un portico, al tramonto. Ecco dove mi sogno, mentre ascolto la ballata country This Old Hat, malinconica e con un arrangiamento da leccarsi i baffi.
Il lavoro si chiude con Echo, un’altra ballata, questa però con sfumature rock da radio, reminiscenza dei suoi lavori passati, ma con molto più carattere e meno banalità.
Un disco solido e suonato alla grande da parte di una vera leggenda texana, un graditissimo ritorno da parte di un artista che, fuori dal circuito dei premi e del luccichio dei soldi della major, sembra essere finalmente se stesso.

Dopo il bellissimo Home, conferma con questo nuovo album di non aver perso l’ispirazione e di avere ancora tanto da raccontarci. Rimarco l’invidia per chi potrà gustarsi questi pezzi dal vivo: emozioni e tanto divertimento.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/miles-and-miles-of-you-pat-green-2022-english/

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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