PARABIAGO – Dovrebbe essere l’oasi di chi ha la passione per la lettura. E in effetti il suo dovere lo fa eccome. La biblioteca di via Brisa a Parabiago, però, non è considerata proprio da tutti con questa valenza. Vi è infatti chi, scambiandola forse per un angolo messo a disposizione dal comune per farci dei murales, ha imbrattato la sua parte esterna di ogni genere di scritte. Vi è proprio di tutto a voler gettare uno sguardo attento: dalle dichiarazioni d’amore, della serie importa soltanto a chi le ha vergate in barba alla cara e vecchia lettera o ai più prosaici ma efficaci whatsapp,sms o facebook, a una serie di graffiti che potrebbero fornire molto materiale a Sigmund Freud o a chi si occupa di psicanalisi.
Certo, all’interno la biblioteca prosegue il suo ruolo ma è proprio necessario “ornarla” all’esterno con scritte che nulla hanno a che fare con la civiltà o anche solo con il senso compiuto? E il rispetto per gli autori dei libri che popolano gli scaffali dell’avamposto librario parabiaghese e, nondimeno, quello per i frequentatori? Quartier generale di letture, conferenze, serate musicali e dell’ampio panorama di iniziative culturali che Parabiago da qualche anno a questa parte offre, la biblioteca non merita certo una simile mortificazione. E resta un discorso che proprio non ce la fa a restare incarcerato nella penna: perché gli autori, ignoti ca va sans dire, degli scritti non provano magari a sfogliare un libro? Proverebbero un’emozione nuova. E forse qualcuno di essi troverebbe in qualche rigo la parola rispetto. Per quanto è di tutti e quindi anche suo. Suo ma di tutti.
Cristiano Comelli