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Milano: resta in carcere il pirata della strada che ha ucciso il bambino di 11 anni

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MILANO –  No secco della Procura ai domiciliari. Resta dunque in carcere Nour Amdouni, il ventenne che il 9 agosto scorso- stordito dalla droga, senza aver mai conseguito la patente e addirittura con la gamba sinistra ingessata- ha investito e ucciso a 90 chilometri orari a bordo di una Smart svizzera il piccolo di 11 anni in via Bartolini. L’aggiunto Tiziana Siciliano è durissima con la scelta di Amdouni di consegnarsi dopo “oltre tre ore e mezza” dal sinistro.

Una decisione che “non può essere letta infatti quale concreto segnale di resipiscenza, ma è con tutta evidenza il frutto di un calcolo opportunistico e strategico ben preciso, finalizzato esclusivamente- venuta meno la flagranza del reato e la possibilità di essere tratto in arresto- ad evitare con la spontanea presentazione di essere sottoposto ad un provvedimento di fermo”. La procura ricorda che l’arrestato, fuggito dopo l’impatto invece di prestare soccorso, è già gravato di numerosi e recenti precedenti, e che il limite di velocità previsto in quel tratto di strada urbana è di 50 km/h. Nouri non ha convinto i magistrati quando ha giustificato la fuga per una crisi di panico. Viceversa viene sottolineata l'”allarmante freddezza e la lucidità dimostrata in occasione del violentissimo impatto senza prestare soccorso” che, “denotano un’elevata pericolosità sociale dell’indagato e l’inequivoca incapacità di autocontrollo”.

La misura della custodia cautelare in carcere viene pertanto ritenuta “proporzionata all’estrema gravità dei fatti oltre che l’unica concretamente idonea ed adeguata a soddisfare le relative esigenze cautelari; ogni altra misura cautelare, compresa quella degli arresti domiciliari, risulterebbe infatti inidonea a perseguire tali preminenti ed inderogabíli finalità di tutela della collettività e di salvaguardia delle esigenze probatorie”.

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