Omicidio di Garlasco, ex pm Venditti e Mazza indagati: contestato peculato da 750mila euro. La Gdf: “Nessuna anomalia sui conti”

Indaga la Procura di Brescia

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Nuovi sviluppi nell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti e il sostituto procuratore Pietro Paolo Mazza, ora in servizio a Milano e in passato collega di Venditti nella procura pavese. La Procura di Brescia contesta ai due magistrati i reati di peculato e corruzione in atti giudiziari, ipotizzando un uso improprio di fondi destinati alla Procura di Pavia per un ammontare di almeno 750mila euro.

Secondo gli inquirenti, sarebbero state acquistate una decina di auto di grossa cilindrata formalmente destinate all’uso d’ufficio ma, di fatto, impiegate per fini personali. L’indagine, che si inserisce in un filone più ampio sulle spese della Procura di Pavia, riguarda anche alcune presunte irregolarità in procedimenti giudiziari seguiti dai due magistrati.

Parallelamente, nell’ambito del caso Garlasco, la Guardia di Finanza di Brescia, insieme al Gruppo Pavia e al Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, ha completato una serie di accertamenti bancari su Venditti e su altri soggetti coinvolti. Dalle verifiche – relative al periodo tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2017 – “non si rilevano anomalie”, come si legge nell’annotazione ufficiale delle Fiamme Gialle.

L’ex procuratore aggiunto Venditti è indagato per corruzione in atti giudiziari per aver, secondo l’accusa, favorito nel 2017 l’archiviazione di Andrea Sempio, all’epoca sospettato nell’omicidio di Chiara Poggi. Gli accertamenti hanno coinvolto anche due carabinieri della polizia giudiziaria, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, perquisiti ma non indagati, e alcuni membri della famiglia Sempio.

Non sono invece stati effettuati controlli sui conti della famiglia Cappa né del gip Fabio Lambertucci, il giudice che dispose l’archiviazione. Sentiti come testimoni il 26 settembre, i genitori di Sempio hanno riferito che le somme in loro possesso furono utilizzate per pagamenti in nero agli avvocati, versione che troverebbe conferma in un’annotazione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Brescia.

Le indagini proseguono sotto il coordinamento della Procura di Brescia.

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