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Oleggio: NON SI TROVANO CAMERIERI E BARMAN. La splendida (e durissima) invettiva di un locale intellettualmente avanzato, Macondo

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

OLEGGIO Il cosiddetto Circo Stabile Fratelli Macondo è un locale intelletualmente avanzato che se ne sta in un affascinante palazzo a due passi dalla piazza di Oleggio, paese cerniera tra Lombardia e Piemonte, due passi da Turbigo. Ci siamo andati diverse volte: birre straordinariamente ricercate, buon cibo, comunicazione e grafica di livello. Al pari dei migliori locali di Milano, tanto per capirci. 
I post e la pagina Facebook di Macondo sono sempre meritevoli di lettura. Originali, spiritosi, scritti in un buon italiano: non sono i classici social media manager che hanno fatto lo Iulm e letto poco Hemingway, qui c’è gente con una cultura (anche letteraria) alle spalle.
Ecco perché ci ha molto colpito un post di questi ultimi giorni, nel quale i titolari riflettono ad alta voce sulla penuria di camerieri e personale di sale. E’ una piaga (guarda caso scoppiata dopo l’introduzione del Reddito di Cittadinanza…) di cui si lamentano decine di baristi e ristoratori. Ma questo post VA LETTO, perché se non si trovano ragazze e ragazzi di 20 anni disposti a lavorare NON in nero per 1400 euro mese più tutte le garanzie di legge, beh allora c’è qualcosa che non va.

Buona lettura. Leggetelo tutto d’un fiato, e poi rileggetelo. Soprattutto un paio di considerazioni tra le prime 20-25 righe.

F.P.

Facciamo il punto della situazione:
Da un lato, i media descrivono il settore della ristorazione in Italia come un’orda di merdosi orchi puzzolenti, che sfruttano i lavoratori, evadono le tasse e poi piangono coccodrilla miseria quando è ora di pagare il conto all’imbianchino che gli tinteggia tortora l’attico open space vista stocazzo.
Dall’altro ci bombardano con l’ipocrita esaltazione dei successi materiali dei padroni della new economy schiavista alibabamazon mentre, contemporaneamente, eserciti di pubblicitari ci impongono, a forza di spot, la degradante rottura di coglioni di vederci declassati a manovalanza illetterata, perchè svolgiamo un lavoro per il quale non siamo considerabili pazzeschi ne affamati nei discorsi di fine corso per la prole dei borghesi di Stanford.
Il messaggio che sta passando è che, praticamente:
voi siete i talenti dall’emisfero destro traboccante di straordinarie intuizioni, squarci di acume emotivo e pensieri laterali out-of-the-box e, non si sa bene come, vi hanno convinto sia ragionevolmente conveniente aspettare che il vostro momento per sfondare vi venga a tirare su il culo dal divano.
Noi altri invece siamo la merda.
Ieri, per l’ennesima volta in due mesi, la persona con cui avevamo un appuntamento per un colloquio, non solo non si è presentata ma, interpellata al telefono a riguardo, mi ha risposto scocciata come se la stessi importunando per persuaderla a cambiare operatore telefonico.
Sentite: per come la vedo io, potete seguitare a grattarvi le palle mentre vi realizzate incollando su canvas collage di chiappe famose ritagliate da novella 2000, postare su instagram foto desaturate di ‘senzatetto che nonostante tutto sorridono’ e farvi le seghe su tik tok per il resto della vostra vita alle spalle di quei due minchioni con l’indeterminato che passano le serate a guardare Jerry Scotti su un canapè sfondato nei pressi di Benevento e che vi fanno trovare la frittura di pesce a tavola quando scendete giusto per Pasqua.
Non me ne frega un cazzo, davvero.
Rimanete con wind.
Ma sperate di essere davvero voi i più matti di tutti che spaccano.
La notte pregate di essere veramente voi quei genietti ancora inespressi che cambieranno il mondo.
Perchè la cosa che l’i-phricchettone si è dimenticato di dirvi è che, le ‘foto dei senzatetto che nonostante tutto sorridono’, potrebbero diventare dei selfie. molto prima che vi rendiate conto di quanto, nella realtà, facciate inutilmente cagare.
Non sto dicendo che dovreste rinunciare ai vostri sogni ed andare a picconare una miniera, sia chiaro.
Ne che dobbiate accettare un contratto di merda.
Anzi,
secondo me, fareste bene a sputare in faccia ai ristoratori che vi offrono seicento euro al mese per quaranta ore alla settimana.
Anzi,
secondo me, fareste bene a infilargli un mattone nella vetrina dei dessert Bindi dopo che vi hanno proposto un mese di prova non pagato.
Anzi,
secondo me, fareste bene a rovesciargli una tanica di benza sulla porche quando scoprite che la mutua, la maternità, la tredicesima e il tfr sono calcolati sulle tre ore che fate a contratto e nessuno sa mai un cazzo delle altre cinque in nero.
Però,
secondo me, siete degli illusi arroganti pezzi di merda se vi credete superiori ai ragazzi e le ragazze che svolgono questo lavoro.
Ed è a loro che ci rivolgiamo:
alle persone che in questo mondo ci lavorano e lo amano ma si sentono sfruttate, quelle a cui stanno facendo passare la voglia a forza di fregature e delusioni, quelle che si sentono squalificate dai loro datori di lavoro.
Pur ammettendendo di non avere gli strumenti e le conoscenze per fare un’analisi esaustiva:
mi sa che ce la stanno mettendo in culo.
Siamo una generazione di schiavi divisi, che invece di odiarlo lo invidiano il padrone, ci hanno convinti che l’unica possibilità sia quella di svoltare come singoli individui e il trucco è lasciarci credere che quella fortuna toccherà proprio a noi.
E questo è stato sufficiente per convincerci che dobbiamo lottare da soli, ma ragazzi:
da soli non contiamo un cazzo.
Vogliamo cambiare le cose?
Smettiamo di aspettare invano che cambino da sole fino al momento in cui sarà troppo tardi e vi toccherà davvero accettare qualsiasi condizione di sfruttamento.
Vi trattano male o siete sottopagati?
Noi cerchiamo personale full time con cui lavorare.
Contratto in regola, tredicesima, quattordicesima, accantonamento del tfr, pagamenti puntuali e soprattutto rispetto.
Se sei una persona onesta, ti piace lavorare a contatto con la gente, non hai tendenze razziste, sessiste, omofobe, terrapiattiste e sei vaccinato contro il covid:
Scrivici due righe su di te e invia un cv a: [email protected]

(Lo dico già adesso, se posti la candidatura nei commenti qui sotto: sei stronzo.)

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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