Nuova potente cura contro il morbillo?

Scoperta di scienziati americani

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Un potente anticorpo potrebbe neutralizzare il virus del morbillo, tra i più contagiosi al mondo, bloccando l’infezione che nei bimbi provoca più morti di qualunque altra malattia prevenibile con i vaccini e che è ancora orfana di terapie specifiche. La molecola della speranza si chiama mAb 77 e agisce interrompendo sul più bello il processo di fusione tra il patogeno e la cellula umana bersaglio.

A scoprirlo sono stati gli scienziati del Center for Vaccine Innovation del La Jolla Institute for Immunology (Lji) statunitense, che in uno studio pubblicato su ‘Science’, grazie alla microscopia crioelettronica, hanno fotografato per la prima volta il meccanismo con cui il virus del morbillo attacca la cellula e il modo in cui l’anticorpo neutralizzante mAb 77 si mette in mezzo per impedirlo. Gli autori hanno catturato dettagli senza precedenti. “Istantanee del processo di fusione in azione”, spiega Erica Ollmann Saphire, docente, presidente e Ceo del Lji, co-direttrice della ricerca insieme all’italiano Matteo Porotto, professore di Patogenesi molecolare virale in pediatria alla Columbia University di New York, che ha permesso di ottenere una forma della proteina di fusione virale abbastanza stabile da sopportare indagini strutturali.

La serie di immagini ottenute, descrive Saphire, è “come un libro sfogliabile” che documenta attimo per attimo “il dispiegarsi della proteina di fusione del virus” e l’azione disturbatrice dell’anticorpo, che “la tiene insieme” proprio quando sta per assumere la forma giusta per fondersi con la cellula umana. “Pensiamo che altri anticorpi contro altri virus facciano la stessa cosa, ma non sono mai stati fotografati prima in questo modo”, precisa la scienziata. Il lavoro potrebbe avere implicazioni importanti non solo contro il morbillo. “Ciò che apprendiamo sul processo di fusione – afferma Dawid Zyla, ricercatore post-doc del Lji e primo autore dello studio – può essere rilevante dal punto di vista medico per Nipah”, virus che appartiene alla stessa famiglia del morbillo (paramixovirus), meno contagioso, però più mortale. Ma anche contro “virus parainfluenzali e virus Hendra. Tutti patogeni con potenziale pandemico”, puntualizza Zyla. Intanto gli scienziati si concentrano sul morbillo: l’idea è che un giorno “mAb 77 possa essere utilizzato come parte di un cocktail terapeutico per proteggere le persone dall’infezione o per curarle quando l’hanno contratta”. I risultati dei primi test sui ratti del cotone sono promettenti. I roditori di laboratorio pretrattati con l’anticorpo, quando esposti al virus del morbillo, non si sono ammalati o hanno mostrato segni ridotti di infezione del tessuto muscolare. La ricerca continua.

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