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Novara, truffa per rilascio patenti: indagati 2 italiani e 4 pakistani

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NOVARA Militari della Guardia di Finanza di Savona e agenti della Polizia di Novara, coordinati dalla Procura novarese, hanno disarticolato un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe nel settore del rilascio delle patenti di guida.

L’ operazione è stata condotta a carico di 6 soggetti, di cui 2 cittadini italiani e 4 stranieri di origini pakistane, tutti sospettati di appartenere ad un sodalizio operante in diverse località del Nord Italia, tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria. A tutti sono contestati 30 capi di imputazione relativi ad altrettante sessioni d’esame alterate. Il gruppo, secondo l’accusa, avrebbe organizzato un sofisticato sistema fraudolento che consentiva sia a cittadini italiani sia ad extracomunitari senza alcuna padronanza della lingua italiana, tutti ugualmente privi delle più elementari nozioni del Codice della Strada, di ottenere la patente di guida dietro il pagamento di svariate migliaia di euro. I componenti del sodalizio, in particolare, si sarebbero adoperati, attraverso l’uso di congegni elettronici opportunamente modificati, occultati negli indumenti degli esaminandi, per consentire a questi ultimi di ottenere precisi suggerimenti. Gli indagati, dopo aver supportato i ‘clienti’ nel disbrigo delle varie incombenze burocratiche, sempre secondo l’accusa, negli attimi precedenti le sessioni d’esame avrebbero fornito loro un indumento contenente una microcamera o un microfono miniaturizzato, dopodiché predisponevano il collegamento con gli esaminandi attraverso un micro-auricolare in modo da poter suggerire le risposte esatte. Unico compito dell’esaminando sarebbe stato, dunque, quello di sedersi alla postazione assegnata e attendere il suggerimento. Le perquisizioni eseguite nel marzo dello scorso anno nei confronti degli indagati, avevano già portato al ritrovamento ed al sequestro di numerosi auricolari bluetooth miniaturizzati, microcamere, smartphone, modem wi-fi portatili e capi di abbigliamento opportunamente confezionati per nascondere l’attrezzatura utilizzata per eludere la sorveglianza durante gli esami teorici sostenuti presso le motorizzazioni civili di svariate province italiane. L’analisi delle apparecchiature elettroniche sequestrate, avevano inoltre consentito di rinvenire numerose foto dei documenti di identità dei ‘clienti’, appunti manoscritti con la rendicontazione dei profitti i ottenuti e foto di candidati ancora impegnati in sessioni d’esame a quiz.

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