La Polizia di Novara ha deferito due persone per porto abusivo d’armi e per aver esercitato attività venatoria in modo irregolare e contrario alla normativa vigente. L’indagine è partita dopo alcune segnalazioni dei residenti che, in diverse occasioni, avevano notato un’auto aggirarsi lungo una strada sterrata del comune di Divignano. Dalla vettura, secondo le testimonianze, spuntava dal finestrino anteriore lato passeggero la canna di un fucile, seguita in alcuni casi da colpi esplosi in direzione della campagna circostante.
Le pattuglie hanno avviato immediati accertamenti, verificando che quella stessa auto era stata immortalata da una fototrappola installata nella zona il 19 ottobre scorso. Incrociando i dati con le immagini delle telecamere pubbliche, gli agenti sono riusciti a individuare con precisione modello e targa del veicolo, risalendo così al proprietario.
Si tratta di un cittadino italiano residente in provincia di Como, titolare di un porto d’armi ad uso caccia. Convocato in Questura, l’uomo ha ammesso di trovarsi quel giorno nel Novarese per un’uscita venatoria a bordo della propria auto insieme al padre, anch’egli in possesso di regolare licenza. Quest’ultimo è stato indicato come l’autore materiale degli spari esplosi dalla vettura in movimento.
La ricostruzione degli agenti ha permesso di evidenziare più violazioni della normativa che disciplina la caccia: la legge vieta infatti il trasporto e l’utilizzo di armi da fuoco cariche all’interno dei centri abitati, nelle aree dove l’attività venatoria non è consentita e, soprattutto, a bordo di qualunque tipo di veicolo. Una regola fondamentale a tutela della sicurezza pubblica e dell’incolumità delle persone.
Per queste ragioni, padre e figlio sono stati deferiti all’autorità giudiziaria e ora dovranno rispondere delle violazioni contestate, in attesa dei successivi provvedimenti.




















