“La fotografia della scena del crimine (…) esclude Sempio come possibile autore dell’omicidio”. Così la Procura Generale di Milano in un appunto trasmesso nel 2017 ai pm di Pavia durante la prima inchiesta, poi archiviata, in cui Sempio era accusato del delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007.
Nell’atto, che l’ANSA ha potuto leggere, si spiega che “il modo con cui Chiara consente l’ingresso” del killer “prova” una profonda “confidenza” e che “le modalità dell’aggressione, rivelano un coinvolgimento emotivo particolarmente intenso”. Di ciò non c’è “traccia nelle evidenze probatorie” relative ai suoi rapporti con Sempio. (ANSA).
Nell’appunto, che risale al gennaio di otto anni fa, la Procura Generale di Milano sottolinea che “Andrea Sempio non riesce a condividere quelle caratteristiche di intimità e confidenza con la vittima, che giustificano le particolari modalità di ingresso” nella villetta di via Pascoli ed “appaiono proprie soltanto del rapporto tra Chiara Poggi ed Alberto Stasi”, il fidanzato che ora sta finendo di espiare 16 anni di carcere.
A questo proposito si sottolinea che il 37enne, su cui ora la Procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone ha acceso di nuovo i riflettori su input della difesa di Stasi, frequentava casa Poggi “in modo occasionale, peraltro in orari nei quali Chiara” era “al lavoro (nel pomeriggio)”. Con lei non aveva “alcun rapporto, essendo estraneo al suo mondo di interessi lavorativi e di studio, oltre che sentimentali ed affettivi. La persona che la vittima fa entrare in casa è persona che ben conosceva” e che “probabilmente aspettava, della quale aveva massima fiducia”, è scritto in base alla sentenza della Corte d’Appello bis.
“In altri termini, da un lato, le modalità di ingresso rivelano come Chiara Poggi si affidasse ciecamente alla persona che ha fatto entrare con fiducia nella sua abitazione, non aspettandosi di essere colpita proditoriamente. Dall’altro lato, le modalità esecutive dell’aggressione, rivelano un coinvolgimento emotivo particolarmente intenso”. E questo perché si ritiene che la violenza e la brutalità con cui è stata colpita “presuppongono non un normale rapporto di intimità (peraltro inesistente tra Sempio e Chiara) ma un rapporto intenso di intimità, tale da scatenare una emotività giustificabile soltanto tra soggetti che erano particolarmente legati da un quotidiano coinvolgimento affettivo”