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Dall'archivio:

Nikki Lane – “Denim & Diamonds” (2022) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Avrei voluto parlarvi di questa artista tanto tempo fa, ma ho preferito aspettare.
Volevo parlarvi del disco che ha preceduto questo ed è stato il suo grande successo, l’album che l’ha messa definitivamente sulla mappa della musica country  americana: Highway Queen del 2017, ma ho aspettato. Mi sono detto un’artista di questo talento e carisma sarebbe certamente tornata con nuova musica e nuove influenze a cui attingere.

L’attesa è stata lunga, 5 anni sono tantissimi nella vita artistica di un cantautore, ma non è stata vana, anzi posso senza dubbio dirvi che questo Denim & Diamonds, suo quarto disco, è il suo lavoro più bello, emozionante e maturo.

Nikki Lane viene da Greenville, South Carolina e ha debuttato nel 2011, quindi ormai è una veterana della scena country di Nashville, ma probabilmente dopo aver toccato il vero successo ha deciso di staccare, di allontanarsi dal luccichio delle strade della musica per dedicarsi ad altro.

Lo ha fatto anche fondando e aprendo un negozio di vestiti che ben la rappresenta chiamato “High Classy Hillbilly”. Eh sì, perché lei è così una country woman un po’ retrò, con la voce che sembra provenire da una disco di country classico, con quell’eleganza innata, ma che spesso viene “sporcata” dalle autostrade, dai bar e dal fatto di amare il lato oscuro della Forza più di quanto sembri.

Lo si ascolta nei suoi testi e nella sua musica e questo suo disco molto più rock-oriented della sua precedente produzione ne è un esempio perfetto.

 

Prodotto dal geniale leader dei Queens of the Stone Age, Josh Homme, il disco in 10 pezzi passa dal sapore country al rock nel passare di pochi minuti, anche nella stessa canzone.

L’influenza che la band di Homme lascia nel sound della Lane è evidente, le ha regalato profondità e varietà, ma non le ha tolto la poesia e nella prima canzone, First High, ce ne accorgiamo.

Nikki ci parla delle prime volte che si tocca il Cielo con un’emozione: il primo bacio, il primo viaggio su di un ottovolante, la prima sigaretta. Il tutto narrato con quella sua voce così magnetica, quasi come i suoi occhi azzurri. Un sapore di rock vintage, con un bellissimo riff nel ritornello.

Il rock non molla gli speaker e la title-track ci prende con un groove che ci avvolge sensuale come la voce della Lane, ondeggia e rapisce. Il testo è una dichiarazione d’intenti che non fa prigionieri, lei è indipendente e fa ciò che vuole e se non vi sta bene…beh ecco, sapete dove andare. Senza giri di parole. Bellissima.

Le ballate ci sono, eccome se ci sono e dal sapore malinconico, quel sapore così dannatamente country. Faded è così, dove la pedal-steel di Matt Pynn dipinge un tappeto triste come una canzone country degli anni d’oro.

Born Tough rialza l’intensità e il riff è un assassino che taglia l’aria in maniera divertente e non lascia indifferenti, così come la voce della Lane così piena, così incisiva, mentre ci parla della sua vita piena di delusione e arrabbiature. Un pezzo autobiografico racchiuso in un brano che sfiora il garage rock, quello che probabilmente ha scosso anche la sua gioventù.

Good Enough ci porta su quella autostrada dove lei era la regina, un sound solare e piacevole, ma nel testo Nikki si lascia sfuggire una confessione, probabilmente un momento duro, di scoraggiamento, che l’hanno quasi portata a lasciare la musica: “A volte sono così stanca, che non so se tornerò a casa”. Ma poi il ritornello è di una dolcezza e positività disarmante e ci tranquillizziamo: Nikki Lane e il suo talento puro e genuino non lasceranno la sua casa, la sua musica e i suoi fans.

 

Il riff di Black Widow è puro Josh Homme, graffia e avvolge allo stesso tempo e il testo è l’amore che la Lane ha per le cattive ragazze. Sinceramente il mio pezzo preferito del disco: divertente, dal groove irresistibile e con un testo geniale. Il lavoro della produzione di Homme al suo massimo: valorizzare il talento di Nikki Lane, arricchirlo di nuovi orizzonti e non snaturarlo mai.

Bellissima la chiusura con un ballata acustica dal sapore mariachi, Chimayo, dove la voce della cantante ammalia e incanta e ci guida verso la fine di un grande disco.

Nikki Lane nei precedenti lavori ha sempre avuto l’innata abilità di mischiare il country classico, a cui la sua stupenda voce si adatta perfettamente, al moderno, senza scadere mai in banalità, ma forse l’aggiunta di un tocco davvero rock, di un groove davvero assassino, le mancava e la scelta di una produzione targata Homme, per quanto mi riguarda, è quanto di meglio potesse scegliere.

Un disco che consiglio a tutti gli amanti della musica di qualità senza riserve, sia che siate amanti del country degli anni d’oro sia che, all’opposto, siate innamorati del rock portato al top da band come quella di Josh Homme.

Nikki Lane e il suo talento vi guideranno in un viaggio che non dimenticherete facilmente sulle strade della musica americana, d’altronde lei è o no “la Regina dell’Autostrada” ? Allacciate le cinture e buon viaggio amici!

 

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/denim-diamonds-nikki-lane-2022-english/

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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