“Libertà negli occhi” è il titolo del nuovo album del cantautore Niccolò Fabi, edito da Universal Music ed in circolazione da giugno di quest’anno.
Si tratta di un album pervaso da suoni originali ed acustici, capaci di ricreare un’atmosfera magica e quasi cosmica.
Come sempre si tratta di un’opera cantautorale, con 9 tracce inedite.
Lo stesso ha dato avvio al tour teatrale omonimo, che il 14 novembre toccherà con una tappa, la città di Lugano, al Palazzo dei Congressi.
Sul palco, Niccolò Fabi porterà uno spettacolo di luci e ombre, nel tenue movimento quasi di entità eteree, dove la musica sarà interamente protagonista.
Ad accompagnare l’artista in questa avventura sonora, ci saranno gli stessi musicisti che hanno collaborato alla realizzazione del disco:
Roberto ‘Bob’ Angelini, Alberto Bianco, Filippo Cornaglia; musicisti aggiunti saranno poi Cesare Augusto Giorgini e Giulio Cannavale.
“Libertà negli occhi”, il brano che presta il nome a tour e album, risulta come un testo che offre ai suoi ascoltatori la sfumatura intima e personale dell’esatto momento, in cui la possibilità di un cambiamento profondo in lui si accende.
È un traccia essenziale, un po’ misteriosa, che narra di un compimento e del suo maturare, ma non ci racconta altro: Nicolò ferma l’attimo, lo congela e ce lo consegna brillante di stelle, grazie a suoni un po’ elettronici.
“L’amore capita” riporta l’ascoltatore alla sofferenza del sentimento che ‘succede’ in via imprevista, ma motivata dalla freddezza con la quale oggi si consumano rapporti privi di affezionamento. Non una polemica, ma la constatazione del servirsi di qualcuno solo per stare meglio con sé stessi.
Ma i tempi ‘giusti’ per un amore, esistono? O molto più probabilmente ormai siamo viaggiatori dispersi nello spazio, persone sciolte e racchiuse in un guscio che solidifica il tempo di sfiorarsi?
Non vado oltre: per chi ancora non conosce il nuovo album, consiglio di prendersi il tempo di ascoltarlo e gustarlo, perché Fabi, che da sempre gioca con le parole, ricrea metafore e racconti che ci riportano a quegli istanti presenti ed esatti, che di solito non siamo in grado di afferrare e vivere davvero.
Non la trama intera: la connessione di quella sinapsi con il momento in cui emettiamo un respiro.
Un album che definirei “maestro”.
Un passo indietro nel tempo.
Quando penso a Niccolò Fabi, mi sembra di vedere un’anima nobile, che coltiva la propria arte come se sgorgasse direttamente dalla sua anima pura, perché lui stesso è musica ed arte; una essenza che ha trovato un’enorme risposta di pubblico, perché ha toccato corde umane di rara profondità, sfiorandole delicatamente.
I suoi brani emanano una luce superiore.
La riflessione e l’introspezione sono i tratti che lo contraddistinguono da sempre.
Era il lontano 2003, quando uscì un brano manifesto capace di contraddistinguerne l’identità unica di cantautore: “È non è”, singolo estratto dall’album “La Cura del Tempo”: un testo che implode in sé stesso, cercando la possibilità di una vita che si concede al suo fluire, quasi “bambina”, priva di competizioni, e libera da quella necessità odierna di dimostrare qualcosa ad ogni costo. L’unico successo diventa l’opportunità di essere sé stessi e cogliere ciò che incondizionatamente ci viene offerto. Può trattarsi di una storia d’amore, come dell’amore più vasto per tutta l’umanità.
La clip, molto semplice, mostrava il suo profilo in controluce, perso in un viaggio interiore come in quello reale, in treno, probabilmente circostanza ideale nella quale ho composto i suoi brani.
Ma sembra di vederne anche la sagoma affusolata, con le mani che volano sulle corde della sua chitarra, e con quei capelli ricci che a migliaia, sembrano nati dai semi dei suoi pensieri a circolo continuo come le nuvole.
Nicolò esordisce però nel 1996, con “Dica”, singolo dall’album “Il Giardiniere”; arrivando tuttavia a colpire l’interesse della critica, che gli assegnerà a Sanremo il premio omonimo nel 1997, per quella canzone pulsante e velata di autoironia dal titolo “Capelli”.
“Capelli” ci ricorda però anche comportamenti dai quali sarebbe meglio astenersi: non giudicare le persone dalle apparenze sarebbe evidentemente gran cosa, come il non associare sempre a queste ultime, mancanze degne di recondite o bisbigliate “accuse”.
Ma è sempre con toni giocosi che questo cantautore, scevro dalla tendenza molto umana alla sterile recriminazione, condurrà a queste riflessioni chi lo ascolta, forse anche perché molto spesso, chi critica l’aspetto fisico, lo fa vertendo sulla non conformità di una persona a degli standard imposti.
Nel 1998 si riaffaccerà al Festival della Canzone italiana, con “Lasciarsi un giorno a Roma”.
L’attacco parte subito veloce, come una cavalcata, sembra un allenamento alla resistenza in effetti, come le parole che invitano severamente a chiedersi se una storia d’amore (o addirittura non-storia, con il senno di poi), valga tanta fatica per mantenerla in piedi: spesso si sopporta qualunque cosa pur di non ammettere quello che viene recepito come un fallimento davanti agli altri.
Dunque non la testimonianza di un grande dolore per un amore che si spegne, ma l’accusa contro chi non ne accetta la fine e piuttosto sopporta tutti i tentativi che chi ha già deciso, farà per sabotare e portare allo sfiancamento.
In questo brano scopriamo probabilmente anche un lato più duro e diretto, dell’artista; come se dalla poesia, fossimo stati catapultati nel mezzo di una prosa dal tocco “scientifico” e sottilmente irato.
A Lugano ci aspetta dunque un live imperdibile, ricco di emozioni come quelle cantate in ogni suo brano, dopo che in tanti anni di carriera, ha esplorato il cuore umano; nonché la ‘sacralità’ che si respira in alcuni passaggi di “Libertà negli Occhi”, ricordandoci il rispetto che dobbiamo alla vita e concludendo con una sorta di rimando “all’amor gentile” medievale. Per i biglietti: Biglietteria.ch
Si ringrazia Horang Music.
Per i biglietti in Italia: Magellano Concerti, sito ufficiale; TicketOne; Ticketmaster Italia.
Per trovare il disco: Amazon, sito Feltrinelli e le piattaforme solite.
Le prossime date del tour:
4 novembre: Napoli – Teatro Augusteo
5 novembre: Bari – Teatro Team
7 novembre: Catania – Teatro Metropolitan
8 novembre: Palermo – Teatro Golden
11 novembre: Udine – Teatro Nuovo Giovanni da Udine
12 novembre: Parma – Teatro Regio
14 novembre: Lugano (CH) – Palazzo dei Congressi
16 novembre: Livorno – Teatro Goldoni
17 novembre: Firenze – Teatro Verdi
19 novembre: Roma – Auditorium Parco della Musica
20 novembre: Roma – Auditorium Parco della Musica
Monica Mazzei
freelance culturale
TicinoNotizie.it






















