Camera 508, di Chiara Gheza
โIl giorno seguente al Country Club fu una giornata infinita. Il sole splendeva ma le partite andarono tutte oltre le due ore di gioco. L’ultimo incontro sul campo centrale vide impegnato, in una battaglia di tre set e quasi tre ore, un giocatore romano che ebbe la meglio, a fatica, su un giovane russo. I giornalisti italiani furono quindi costretti in sala stampa fino a tardi, malgrado quella sera fosse prevista la cena di gala al Salon des Etoiles. Quel salone doveva il nome al fatto che il tetto poteva aprirsi completamente, regalando la visione del cielo stellato del Principato agli ospiti. Ginevra e Isabella prima dell’inizio del terzo set sgattaiolarono negli spogliatoi del Country Club per prepararsi al balloโ.
Chiara Gheza da Breno, Brescia, ma trapiantata a Como ormai da anni, di professione non fa la scrittrice, ma in una vita caleidoscopica scrive per diletto quando le pare e, forse, รจ il motivo per cui le viene particolarmente bene dedicarsi alla nobile arte. Il virgolettato di cui sopra รจ infatti una pillola estrapolata dalla sua seconda fatica letteraria, Camera 508, che vedrร la luce a breve e che fa seguito al precedente Game, set and love del 2014. Il fil rouge tra due romanzi distanti un lustro รจ lโamore, narrato da Chiara in tutte le accezioni possibili con predilezione per quelle meno convenzionali e talvolta politicamente scorrette, dunque imprevedibili, vero e proprio antidoto alla noia.
Anche il tennis โ unโaltra grande passione dell’autrice โ รจ, come abbiamo avuto modo di scoprire poc’anzi, questione ricorrente nelle vicende sentimentali dei protagonisti e, se รจ vero che la complessitร psicologica della disciplina diabolica che fu di Bill Tilden รจ in grado di estrarre con casualitร disarmante il meglio e il peggio dellโanimo umano, รจ vero altresรฌ che della vita, quindi delle passioni che la alimentano, รจ prezioso e azzeccato paradigma. Perchรฉ un match รจ unโesistenza condensata in un pomeriggio d’agone e viceversa. Giocare di sponda con il tennis, raccontando storie del vissuto quotidiano, รจ dunque un raffinato plus dal quale รจ facile essere assorbiti, in unโesperienza che ci farร riflettere.
Camera 508 รจ, intanto, qualcosa che non si era ancora letto e ha per genesi una domanda intrigante: puรฒ lโamore giustificare azioni razionalmente sbagliate? Chiara lavora in hotel, ne conosce le dinamiche e, soprattutto, รจ unโattenta osservatrice della realtร sociale che la circonda, con predilezione per i rapporti sentimentali. Il risultato della spiccata peculiaritร di scopritrice di attimi รจ pertanto la somma dei dodici racconti che compongono un libro che ha il pregio di fissare una graduatoria spesso incontrovertibile: quella del cuore sulla ragione. Anche quando risulta difficile ammetterlo. La camera di albergo รจ allora il playground dove a fronteggiarsi sono le emozioni contrastanti che pervadono gli amanti, combattuti tra la necessitร di compiacere la societร dell’apparenza, che si nutre di stereotipi e facciate immacolate, e lโesigenza interiore di dare sfogo a passioni difficilmente arginabili. Quelle il cui passaggio non lascia mai nulla di inalterato.
Per sapere cosa potrร avere la meglio – se Vittorio, per esempio, preferirร le certezze della moglie Cristina o il fuoco di Maria Sole oppure che ne sarร di Timothy e dellโamore forse proibito della sua vita – lโinvito รจ, manco a dirlo, quello di acquistare il libro. In definitiva, le dodici esperienze che prendono firma e colore dalla penna di Chiara, se non hanno la presunzione di insegnarci a vivere meglio, rivelano perรฒ un assioma colpevolmente sottostimato: la miglior versione di noi stessi รจ quasi sempre la piรน spontanea. Nella vita, in amore, sul campo centrale del Country Club. Figuriamoci nella camera numero 508.
di Teo Parini