MARCALLO – ‘Nan, ma cum’è che ta sa ciama? Ma par che ta ghe un cugnom da teron..’, e giù una grassa e sonora risata.
Vittorio Garanzini- da qui al termine del pezzo ‘il Vittorio’, in ossequio al lombardismo- è morto da poco e già ci manca. Era da lunga pezza che non lo vedevamo, noi e i marcallesi, scorrazzare da ogni parte del suo amato paese, dove per anni è stato consigliere comunale-factotum-agit prop leghista-risolvi problemi.
Lo piange la Lega di Marcallo, e non solo.
Molto prima dalla svolta sovranista di Matteo Salvini, il Vittorio- e con lui altri personaggi ormai dimenticati, penso a Denny Prina da Corbetta- hanno incarnato, trasformandola da sensibilità ad azione politica, l’anima inquieta che Umberto Bossi (pur essendosi diplomato con i corsi di Radio Elettra) fiuta in tempo record, in barba al ‘sentiment’ transpadano che i grandi partiti popolari (DcPsiPci) non colsero mai: l’insofferenza del Nord produttore e producente, gigante economico e nano politico, con i ritmi e la musica dettata da giganti della Magna Grecia (Ciriaco De Mita), intellettuali sardi (Francesco Cossiga ed Enrico Berlinguer), superbi corifei del potere romano come Giulio Andreotti.
Al Vittorio non dev’essere parso vero trovare in Massimo Garavaglia, borgomastro marcallese dal 1999, il leader grazie a cui poter realizzare il sogno: ‘sitas gio in cunsili’, governare, tingere di verde le strisce pedonali (chissà ma ta se stai cuntent..), organizzare le feste in tenso e sentire il Va’ Pensiero nella sala dedicata a Carlo Cattaneo.
Il leghismo ruspante e primitivo degli esordi, le costine della Piccarella innaffiate di Barbera, l’ascesa di Massimo Garavaglia (assessore regionale al Bilancio, viceministro), quindi la malattia e ora la morte.
Il Vittorio ha speso la sua vita intensamente, nelle sue molteplici versioni (arbitro di calcio, gestore dell’Apple Bar, politico locale); l’ha spesa bene, mettendo in cascina quel fieno da cui è scaturita la prima forza politica nazionale.
Chi l’avrebbe mai detto, mentre affiggeva i manifesti dei primordi bossiani (‘Lombardo paga e tas’, Roma ladrona). Per certi versi, il Vittorio ha visto i sogni di politico divenuto tale in età adulta divenire realtà. E decenni ininterrotti di monocolore leghista.
‘Sem minga di barlafus’, è come se ci avesse suggerito. Come darti torto, Vittorio..
I funerali del Vittorio si terranno lunedì 28 ottobre, alle 11, nella chiesa parrocchiale di Marcallo. Fazzoletti verdi e spillette con l’Alberto da Giussano fioeu, ma racumandi. Inscì al sarà cuntent..
Fab. Pro.