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Muscadine Bloodline – “Teenage Dixie” (2023) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Non me ne vogliano gli altri stati americani, ma tutta, o la maggior parte, della musica che amo e che vorrei tramandare ai posteri viene dal profondo Sud, da Dixieland.

Il Sud ha dentro di sé le anime tormentate e malinconiche del country, le sferzate elettriche del rock and roll, le plaudi appiccicose del blues e del soul, i deserti polverosi del western e le danze scatenate dell’honky tonk.

Nel Sud ci sono artisti che hanno inventato il blues, il rock, il southern rock.

Nel Sud c’erano gli Highwaymen e gli Outlaws.

Nel Sud c’era il Re e c’era anche una coppia di fratelli che ha fuso tutto questo in un genere solo e c’era una band che prometteva di diventare la più grande southern band di tutti i tempi, ma che il destino ha deciso di decimare tragicamente.

Ecco, il Sud degli Stati Uniti ha influenzato così tanto la musica americana che ogni band che viene da laggiù ha una marcia in più. Quando il talento innato respira quell’aria, beve quell’acqua e assapora quei sentimenti, di solito ne nasce qualcosa di unico.

Charlie Muncaster e Gary Stanton vengono proprio da laggiù, da Mobile, Alabama e dal 2016 sono conosciuti nel mondo della musica come Muscadine Bloodline.

 

Un duo che voleva sfondare nel mondo della musica country di Nashville, che ci ha provato per anni fin dal primo EP omonimo del 2016.

Forse quei tentativi avevano fatto perdere loro l’identità, avevano sì scritto e registrato pezzi con i migliori produttori della città, suonato con i migliori session-men, ma non si sentivano a posto con loro stessi. Non era quello che volevano trasmettere al pubblico.

A volte bisogna fermarsi, staccare e riflettere se quello che si sta facendo è la via giusta, è la via che si cerca.

Tutto quello che si è portato dietro il 2020: il fermarsi, il non poter suonare, non poter uscire, ha permesso ai due di prendere la decisione di cambiare tutto.

Sarebbero rimasti indipendenti, avrebbero fatto a modo loro e avrebbero parlato al mondo di cose che avevano vissuto, reali. Alla fine il pubblico che ama la musica country indipendente cerca questo: persone sincere che parlano di cose che conoscono, di vita vera. Si percepisce quando non si è sinceri con la propria musica cercando a tutti i costi il successo.

L’anno scorso il duo aveva sfornato il bellissimo Dispatch to 16th Ave., ma è con questo Teenage Dixie che raggiungono un livello ancora più alto, come se avessero mollato gli ormeggi e l’aver deciso di essere completamente indipendenti avesse tolto loro un peso dalle spalle.

Niente più session-men, ma solo i musicisti che li avevano sempre seguiti dal vivo e il co-produttore Ryan Youmans a guidarli come quando registravano nel suo seminterrato.

E si sente, eccome se si sente: l’album è una raccolta di 16 canzoni che ci parlano della vita in Alabama, di sentimento e di vita vissuta, quasi un diario di questi giovani fra le strade di Mobile fino alla ricerca dei sogni nella maniera sbagliata a Nashville.

Non vi parlerò di tutti i pezzi, sarebbe inutilmente ridondante, ma già dalla title track potrete capire molto di questo bellissimo disco che potrebbe essere la colonna sonora di una qualsiasi piccola città del Sud degli Stati Uniti.

Una splendida voce e un bel ritmo solare accompagnato da vibrante parte di chitarra e armonica. Ma è il secondo pezzo, Pocketful of 90’s Country, che spazza via i dubbi: siamo nel Sud amici! Chitarre sferzanti e ritmo indiavolato. E vogliamo parlare del testo? Una bellissima dedica a tutti gli eroi del country degli anni 90, ci sono proprio tutti: Travis Tritt, Reba McEntire, Alan Jackson, Shania Twain e tanti altri. Molto divertente.

Menzione per la splendida Me On You che inizia con solo la voce e poi sfocia in un irresistibile groove e tanto ritmo, molto southern. Il lavoro delle chitarre è veramente rimarchevole, non si può restare fermi.

Inconvenience Store ha un sapore western, polveroso, mentre il testo ci parla di una rapina in un negozio e le chitarre ci graffiano la pancia. La voce di Muncaster è perfezione per raccontare storie così vere che sembrano film.

Non si può non muoversi e saltare al ritmo di pezzi come Evinrudin’ o Cryin’ in a GMC e il pensiero va subito alle versioni che queste canzoni avranno dal vivo: si scatenerà di certo l’inferno e questi ragazzi hanno condiviso il palco con gente come Eric Church e Turnpike Troubadours, si gioca in serie A.

Il pezzo, a parer mio, più bello e che è l’apice di questo disco ed è un manifesto del talento di questi due figli dell’Alabama, è senza dubbio Devil Died in Dixie.

Le chitarre, il ritmo che non fa prigionieri, la polvere e le paludi, ma soprattutto le parole: qui c’è genialità e coraggio. Il brano non è altro che il sequel della leggendaria canzone del mitico Charlie Daniels: The Devil Went Down to Georgia. Finalmente il Diavolo ha la fine che merita e i Muscadine Bloodline ci regalano uno dei pezzi più belli di questo 2023. Si scomodano i Santi.

La ballata Azalea Blooms è un piccolo gioiello, la delicata chitarra e l’armonica, la voce avvolgente che ci parla di amore in maniera romantica e reale. Uno di quei pezzi da suonare e cantare davanti ad un falò e sotto un cielo di stelle, assaporando il profumo delle azalee. L’assolo finale è bellissimo.

Il disco si chiude con l’altrettanto bella Shootout in Saraland e che suono di chitarra amici! Sporco, elettrico e con quel groove che laggiù nel Sud sanno regalare nelle loro canzoni. Il testo riprende l’epopea degli Hatifelds e i McCoys e dimostra l’abilità lirica-cinematografica del duo. Una maniera perfetta di concludere un grande disco.

Un album che potrebbe diventare una serie tv in 16 parti sulla vita real nel Sud, in Alabama, un entusiasmante serie accompagnata da tutti i generi che ci hanno fatto innamorare: c’è il southern, il country, il rock and roll e il blues. Tanto talento narrativo e nessuno spazio per interferenze: indipendenti senza compromessi e che Dio ce li conservi così.

Se amate la musica di qualità, la vera musica americana di e per la gente normale, siete capitati nel posto giusto, qui siamo a Mobile, Alabama: preparatevi a ballare, a commuovervi e a viaggiare su strade secondarie e a far parte del bellissimo film dei Muscadine Bloodline.

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/teenage-dixie-muscadine-bloodline-2023-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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