MILANO – I pazienti portati nelle Rsa erano in spazi separati rispetto agli altri malati. “Alcune decisioni sono state prese mentre si era dentro uno tsunami. Bisognava decidere se lasciare in strada malati gravi o se dare loro assistenza”. Cosi’ il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si e’ difeso dalle accuse di aver mandato alcuni contagiati da coronavirus dentro le case di riposo e di aver cosi’ innescato il contagio. Fontana ne ha parlato a Centocitta’, Radio 1, rispondendo ad una domanda sul tema, che partiva dalle accuse del Fatto Quotidiano contro la presidenza della Regione: “Il Fatto Quotidiano fa la sua compagna che io non commento. I malati non venivano messi a fianco degli assistiti delle Rsa, ma esistevano dei reparti vuoti e non utilizzati, in cui sono stati messi alcuni malati non essendoci piu’ posto in ospedale; non c’era pero’ nessun tipo di contatto con gli ospiti delle case di cura”, ha precisato Fontana.
I morti registrati al Pio Albergo Trivulzio sono stati 70, mentre “l’anno scorso erano 52”. Lo ha sottolineato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando in collegamento con Agorà, su Rai3, il servizio del quotidiano “La Repubblica” sulla denuncia di un sindacalista sul boom di morti sospette avvenute nella storica casa di riposo milanese durante l’emergenza Coronavirus.
