MONZA Mercoledì 2 novembre, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Monza e della Brianza hanno eseguito la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere disposta dal GIP del tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di un 50enne monzese per maltrattamenti in famiglia, quale aggravamento del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico alla casa familiare, divieto più volte e ripetutamente violato dall’uomo.
Infatti nel pomeriggio di giovedì, 20 ottobre 2022 gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Monza e della Brianza eseguivano la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto d’avvicinamento e di dimora a Monza, con la prescrizione delle particolari modalità di controllo del braccialetto elettronico per un cittadino italiano di anni 50 residente in città. La donna aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare le varie minacce anche di morte: “ti sfregio con l’acido ed andiamo sui giornali”, oltre ai continui maltrattamenti psicologici che da diversi anni lei e i due figli subivano quotidianamente all’interno delle mura domestiche, condotte ancora, come spesso accade, scatenate da una separazione dei coniugi avvenuta successivamente e conseguenza delle azioni dell’uomo.
L’immediata attivazione delle procedure dettate dalla nuova normativa “Codice Rosso”, ha portato, una volta raccolta un’ulteriore denuncia della donna, poiché l’uomo continuava anche dopo la prima denuncia nelle sue condotte vessatorie, all’emissione, da parte del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura della Repubblica ed a seguito dell’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile, della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, del divieto d’avvicinamento e di dimora a Monza con l’applicazione del “braccialetto elettronico”, eseguita immediatamente dalla Squadra Mobile. La particolare modalità di controllo era stata determinata dal comportamento tenuto dall’uomo anche durate il giudizio di separazione: infatti aveva continuato a seguirla e pedinarla da casa appena usciva per qualche commissione e quando era fuori per qualche incontro con le amiche, a messaggiarla di continuo (circa duecento messaggi al giorno), a messaggiare le stesse amiche della moglie per conoscerne i movimenti durante qualche uscita serale o quando si recavano presso la scuola di ballo, fino ad arrivare al danneggiamento dell’auto della moglie