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#Milanodascoprire seconda puntata: Il Quadrilatero del Silenzio

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Se nemmeno la bellezza di Villa Necchi Campiglio vi ha smosso dalle vostre convinzioni su Milano, come promesso settimana scorsa proverรฒ a farvi cambiare idea accompagnandovi in un luogo davvero particolare: il quadrilatero. Non iniziate ad alzare gli occhi al cielo (soprattutto voi uomini) pensando al solito struscio in Via Monte Napoleone tra vetrine e file di orientali e russi intenti a dilapidare patrimoni, sto parlando del quadrilatero del silenzio, non del quadrilatero della moda!

Il quadrilatero del Silenzio prende appunto il suo nome dalla sua contrapposizione con il piรน famoso omonimo, sia in termini di ubicazione, che รจ diametralmente opposta rispetto alle vie del fashion, ย sia ย perย  la quasi totale assenza di rumori che ci fa dimenticare di trovarci nella frenesia del centro milanese.

Non รจ solo questo perรฒ, che rende il quadrilatero del Silenzio un posto interessante: qui possiamo trovare intatte alcune delle massime espressioni dello stile Liberty che consacrรฒ lโ€™ascesa della borghesia industriale milanese nei primi decenni del novecento.

Come in una favola, basta imboccare lโ€™arcata del Palazzo della Societร  Buonarroti-Carpaccio-Giotto, ammirandone i decori, per sentire il brusio di Corso Venezia sparire.

Da qui proseguiamo lungo Via Salvini per arrivare in Piazza Eleonora Duse ed in seguito imboccare Via Pietro Cossa, non prima perรฒ di aver apprezzato la riservatezza della piccola piazza, dove in primavera fiorisce un roseto che sembra essere quasi un luogo segreto custodito dagli austeri palazzi ai suoiย  lati. In fondo a via Cossa non sarร  difficile a questo punto che il vostro sguardo venga catturato dalla facciata di Palazzo Berri-Meregalliย (via Cappuccini 8).

Questo edificio ad opera dellโ€™architetto Giulio Ulisse Arata รจ un vero e proprio mix di stili che vi lascerร  con dei sentimenti contrastanti! Ha in sรฉ elementi gotici che lo rendono quasi inquietante, sfarzosi mosaici che richiamano lโ€™arte bizantina, ed tratti tipici del liberty tra cui flessuosi elementi in ferro battuto.ย  Il palazzo รจ abitato, ma nel suo androne รจ possibile vedere la celebre statua โ€œla vittoriaโ€ di Adolfo Wildt, il maggiore scultore italiano del periodo dei primi decenni del novecento, sempre per quanto riguarda lo stile Liberty.

Se non siete convinti vi piaccia lo stile di Arata, qualche passo piรน avanti si trova ancheย Casa Berri-Meregalli (via Mozart 21), dove la facciata affrescata con due giganteschi nudi magari non sbilancerร  il vostro giudizio, ma sicuramente si farร  ricordare!

Poco piรน avanti ritroviamo ancora Villa Necchi Campiglioย e proprio lรฌย  davanti altre due sorprese.

La prima รจ palazzo Fidia (Via Mozart angolo Via Serbelloni)da molti ritenuti come lโ€™edificio piรน eclettico di tutta Milano: ad opera dellโ€™architetto Aldo Andreani, che si fa notare oltre che per la insolita pianta a โ€œvโ€ per il mix di volumi, materiali ed elementi architettonici utilizzati. Lo scrittore Dino Buzzati definรฌ il palazzo โ€œfolleโ€ proprio per lโ€™eccentricitร  delle sue forme che ricordano un poโ€™ un castello gotico ed un poโ€™un quadro futurista.

Ma le stranezze non sono finite qui! State attenti mentre girate in Via Serbelloni: Al numero 10 troverete presso la casa Sola-Bruscaย un curioso citofono in bronzo a forma di orecchio. Si tratta niente di meno che di unโ€™altra scultura di Wildt, che fungeva da vero e proprio interfono tra i visitatori e la portineria.ย  Proprio per questa particolaritร  lโ€™edificio รจ anche conosciuto come Ca โ€˜de lโ€™Oreggia (casa dellโ€™orecchio)ย dai milanesi.

 

Lโ€™ultima tappa nel quadrilatero la si raggiunge invece nuovamente in via Cappuccini, dove avvicinandovi alle cancellate di Villa Invernizzi che fu del proprietario dellโ€™omonima azienda casearia potrete ammirare non una particolare architettura ma unโ€™autentica colonia di fenicotteri rosa, che il โ€œpapร โ€ dei formaggini Mio ha importato negli anni 70โ€™ e che trascorrono le proprie giornate tra il giardino della villa e la piscina per loro costruita, posando per gli scatti dei turisti curiosi, perfettamente adattati alla loro vita milanese. In un paradiso del genere del resto, chi gli darebbe torto?

Spero che dopo questa esperienza anche voi come i fenicotteri abbiate iniziato ad apprezzare Milano, o quanto meno a riconoscerne angoli di pregio.

Il nostro capoluogo non possiede forse la magnificenza sfacciata di Roma o gli angoli misti di nostalgia e romanticismo di Venezia, ma sicuramente a chi saprร  cercare i suoi cortili riservati e silenziosi e a chi saprร  rincorrere la sua storia tra le vie del centro, Milano regalerร  momenti di raro sbigottimento e stupore.

Federica Goi

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