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Milano, presentata l’App Pollicino che dice come ci spostiamo in città

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L’App Pollicino, attraverso un mezzo futuribile come lo smartphone, utilizza una delle più recenti tecniche d’indagine, la Future Mobility Survey che fotografa tutti gli spostamenti in città grazie alla collaborazione dei cittadini che ne consentono la registrazione anonima.

MILANO – Pollicino, è un progetto pilota tra i primi in Europa che è nato dalla collaborazione fra la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il Ministero dei Trasporti e il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, sperimentato per la prima volta a Bologna, è stato presentato oggi a Milano dall’Osservatorio Sharing Mobility.
In questa occasione sono stati anche condivisi i risultati di questa prima sperimentazione, con l’obiettivo di avviare un confronto sull’utilità di poter disporre di dati di mobilità sempre più efficaci e sull’opportunità di replicare quest’esperienza nel prossimo futuro anche in altre città italiane. Pollicino, ha un carattere profondamente innovativo. La partecipazione al progetto richiede di mettere a disposizione i dati sui propri spostamenti e sul mezzo utilizzato, per 7 giorni e 24 ore su 24, che vengono registrati in forma anonima dall’app senza mai essere messi in relazione con i dati sensibili e identificativi del partecipante.

Il tracciamento delle persone per almeno 7 giorni consente di cogliere tutti gli spostamenti fatti da un individuo con qualunque modalità, sia quelli brevi che lunghi, quelli svolti durante i giorni lavorativi o feriali, di giorno e di notte e per ogni tipo di motivazione. Questo aspetto consente di cogliere come cambi la mobilità degli individui o, per esempio, quelli di una città, non solo in funzione del contesto territoriale ma anche nell’arco del tempo. Si tratta di un vero e proprio salto di qualità rispetto alle indagini questionarie che analizzino solo la mobilità per motivi di lavoro/studio o la mobilità di un giorno medio feriale, così come avviene di norma.
Questa nuova struttura della mobilità tende a premiare la flessibilità dell’auto privata (e questo non va a vantaggio dell’ambiente), penalizza l’uso del trasporto pubblico ma fa anche intravvedere la potenzialità dei servizi di sharing mobility e la possibile espansione della mobilità attiva, soprattutto quella in bicicletta. Il modal share poi cambia radicalmente in funzione della motivazione dello spostamento: quando si tratta di andare al lavoro l’auto si attesta intorno al 24,9% e l’autobus al 20%, ma se si tratta di fare acquisti l’auto raggiunge il 40,9% e il mezzo pubblico scende al 7,1%. Un’indagine approfondita ha riguardato l’utente abituale di sharing mobility rispetto al “tipo” non utente.

Questa analisi ha permesso di verificare che chi sceglie regolarmente di spostarsi in bikesharing e carsharing, tende ad utilizzare meno l’auto anche per gli altri spostamenti, e preferisce il mezzo pubblico e muoversi di più a piedi, rispetto a chi non usa regolarmente queste soluzioni di mobilità. Tullio Ferrante, sottosegretario Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha detto “Cambiare il settore dei trasporti, raccogliere la sfida che pone il cambiamento climatico e rispettare gli impegni che l’Italia ha assunto nelle sedi internazionali, comporta una conoscenza approfondita della struttura della mobilità attuale. Il progetto Pollicino si colloca in quelle iniziative che hanno come scopo il miglioramento della qualità e dell’offerta dei servizi di mobilità e trasporto, in particolare in ambito urbano, utilizzando lo studio degli spostamenti da parte degli utenti, indipendentemente dal mezzo utilizzato”. Franco Lucente, Assessore Trasporti e Mobilità sostenibile Regione Lombardia ha aggiunto “Ho trovato alquanto interessante la struttura della metodologia d’indagine e l’impostazione totalmente innovativa del progetto ‘Pollicino’. Se si vuole veramente intervenire sulla mobilità di un territorio favorendone una sua versione con un minor impatto ambientale e un impatto sociale positivo per i cittadini, sono convinto che si debba partire proprio dalla presa di coscienza e dall’analisi delle abitudini e dai comportamenti di questi ultimi.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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