Milano, morto il 13enne accoltellato da pusher

L'agguato due settimane fa

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E’ morto, dopo due settimane di agonia all’ospedale Fatebenefratelli, il 13enne accoltellato lo scorso 16 maggio in viale Vittorio Veneto a Milano da un pusher cubano di 27 anni nel frattempo arrestato dai carabinieri per tentato omicidio.

Ora l’accusa diventerà quella di omicidio volontario.

“Mentre il Centrosinistra pensa alle ordinanze contro la ‘malamovida’, senza adeguati controlli, in città muoiono giovani stranieri in seguito ad accoltellamenti derivanti da litigi per la droga. E’ accaduto così, per esempio, per il 13enne egiziano morto dopo due settimane di ricovero al Fatebenefratelli, accoltellato da un cubano. Tutto ciò lo si deve, anche, alle marce pro-immigrati fatte in pieno centro città e ai pranzi multietnici al Parco Sempione di Milano, organizzati e promossi nel 2017 da Sala, Majorino e la Rozza, a cui hanno partecipato migliaia di stranieri, qualcuno anche irregolare.

La Sinistra, nel corso degli anni, si è preoccupata a promettere e far arrivare gli stranieri a Milano, e questi sono i tristi risultati. Questa è la realtà che vive Milano dove, Polizia di Stato e Carabinieri, sono le uniche Forze dell’Ordine, sempre presenti per le strade cittadine e che si preoccupano della sicurezza del capoluogo lombardo. Il capitolo vigili, invece, è tutta un’altra storia perché, di giorno, sono impegnati a fare multe, mentre la sera le sole 7 pattuglie si devono occupare dei vari incidenti stradali.

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