Milano. Ha finto di aver trovato morta la madre uccisa, a processo

Comincerà a Milano il 2 luglio. Accusa, omicidio pluriaggravato

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Si aprirà il prossimo 2 luglio davanti alla Corte d’Assise di Milano il processo nei confronti di Pietro Federico Crotti, 47 anni, accusato di aver strangolato con una cintura la madre 75enne Piera Stefanina Riva, fingendo però fosse morta per una caduta accidentale in casa nel loro appartamento di via Wildt.

Ad accogliere la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla pm Giancarla Serafini è stata la gip Fiammetta Modica, la quale aveva già firmato un’ordinanza di custodia cautelare che lo scorso 11 marzo ha portato in carcere l’uomo riconoscendo l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, oltre che dai motivi abietti e futili, e dai maltrattamenti.

Secondo le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, il 47enne prima di chiamare il 118, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio scorsi, aveva scattato fotografie e realizzato anche alcuni video col telefono, mostrando il corpo della donna già morta e usando in quei filmati finte espressioni d’affetto verso la mamma.

Diceva che aveva sbattuto la testa, cadendo, e che lui aveva le cuffie e non aveva potuto aiutarla. Dalle analisi del telefono dell’uomo – con problemi di droga e alcol da molti anni e con ricoveri alle spalle in reparti psichiatrici per abuso di sostanze e precedenti per maltrattamenti sull’ex compagna – è emerso anche un video del 28 dicembre, in cui avrebbe cercato di precostituirsi una giustificazione plausibile per la morte della madre, dicendo che assumeva vari farmaci.

E, poi, il 18 novembre dell’anno scorso, dieci giorni prima di un altro video recuperato, c’era stato il riscatto della polizza vita dell’anziana. Ad incastrarlo le intercettazioni, tra cui una captata da una cimice piazzata nella sua auto, in cui confessa ad un amico di aver ammazzato la madre e di averla strozzata. Decisivi pure gli esiti dell’autopsia sulla signora e la testimonianza del direttore della filiale della banca in cui l’uomo prelevò 30mila euro dopo la morte della madre dicendo che gli servivano per comprare un immobile.

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