Milano: Diocesi, con Fondo Schuster per la casa in un anno raccolti 2 milioni di euro

In un anno il Fondo Schuster - Case per la gente costituito lo scorso anno dalla Diocesi di Milano in occasione dei 50 anni di Caritas Ambrosiana, ha raccolto donazioni per un totale di 2.074.000 euro

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In un anno il Fondo Schuster – Case per la gente costituito lo scorso anno dalla Diocesi di Milano in occasione dei 50 anni di Caritas Ambrosiana, ha raccolto donazioni per un totale di 2.074.000 euro (principalmente da Diocesi, Fondazione Cariplo e Fondazione Vismara, ma anche da offerenti privati, cittadini o aziende).

Ha erogato contributi monetari a 244 soggetti (individui o famiglie) per un totale di 458.444 euro e ha usato o impegnato 1 milione 143 mila euro per riqualificare 37 immobili a Milano, Varese e Lecco. Sono i risultati illustrati oggi a distanza di un anno da quando il fondo è stato lanciato.

Il Fondo Schuster, la cui gestione è affidata a Caritas Ambrosiana, ha come obiettivi dichiarati il supporto a famiglie in difficoltà per spese legate alla casa (30% delle somme raccolte), la riqualificazione di immobili di proprietà privata e pubblica da destinare a famiglie e individui con difficoltà di accesso a soluzioni abitative a prezzo di mercato (50% delle risorse), infine l’erogazione di garanzie per i privati che intendono mettere a disposizione i propri appartamenti a prezzi calmierati (20%).
L’intento del Fondo Schuster, sin dai suoi esordi, non è stato però solo di natura operativa, ma anche educativo e culturale, volto a suscitare riflessione e mobilitazione sul tema dell’abitare, in un territorio, quello milanese e diocesano, in cui il diritto alla casa è avversato da sempre più evidenti squilibri e diseguaglianze, registrati anche dai Centri d’ascolto e dai servizi Caritas.

Il Fondo è concepito come occasione per mettere a fuoco le cause della povertà abitativa e per favorire scelte di fede e forme di responsabilità istituzionale e giustizia sociale volte a superarle.

“Anche in considerazione del suo valore ‘pedagogico’ – osservano Erica Tossani e don Paolo Selmi, direttori di Caritas Ambrosiana -, abbiamo avviato una riflessione sugli sviluppi futuri del Fondo. I risultati conseguiti si sono e si stanno già rivelando preziosi per il miglioramento della qualità di vita di centinaia di persone e famiglie, e per questo desideriamo ringraziare tutti coloro, operatori professionali e volontari, che hanno creduto da subito al progetto e vi si sono spesi o rivolti. Bisogna però fare ancora di più, bilanciando risorse raccolte, competenze disponibili, risultati effettivamente conseguibili”.

Caritas, è il ragionamento, non ha il compito né il desiderio né le capacità per agire da operatore immobiliare; d’altro canto, forme di intervento sul mercato, come le garanzie offerte ai locatari, presentano difficoltà di concretizzazione per svariati motivi.

“In futuro vogliamo proporre il Fondo come leva, finanziaria e culturale, per favorire forme di protagonismo e coinvolgimento delle comunità parrocchiali, delle istituzioni locali, delle realtà territoriali – chiariscono i direttori -. Possiamo aiutare gli sforzi di chi si attiva per recuperare alloggi inutilizzati, assistere e orientare soggetti in difficoltà o povertà abitativa, favorire accordi tra proprietari e aspiranti affittuari.

Possiamo affiancare progetti volti a promuovere un abitare solidale, intergenerazionale, di condivisione. Per fare tutto ciò, abbiamo bisogno che in molti credano nel Fondo Schuster, e lo dimostrino donando”.

“Eppure, siamo delusi – commenta l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini (nella foto sopra) -. I risultati conseguiti e le risorse raccolte e impiegate sono significative, per quanto simboliche. Quello che però ci delude è che i proprietari di case non danno segnali di un cambio di mentalità, anche se cristiani. Molti proprietari di case non sono disponibili ad affittare le loro case a prezzi accessibili per famiglie che desiderano stabilirsi nelle nostre città. Il Fondo Schuster non ha pretese né presunzione, ma vorrebbe insistere per un cambio di mentalità: le case non servono per fare soldi, ma per essere case, cioè ospitare famiglie”.

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