MILANO Il gip di Milano Fabrizio Filice ha convalidato il fermo per Alessia Pifferi, la 37enne che ha lasciato la figlia Diana di 18 mesi a casa da sola a Milano per più di 6 giorni, per poi trovarla morta al suo ritorno.
Il gip, da quanto si apprende da fonti investigative, ha anche disposto la custodia cautelare in carcere per la donna, che deve rispondere di omicidio volontario. Subito dopo essere stata fermata, la donna aveva raccontato agli agenti della Squadra Mobile guidati da Marco Calì e al pm Francesco De Tommasi di aver già lasciato la piccola da sola nel suo appartamento di via Parea, in zona Ponte Lambro a Milano, per diversi giorni. La donna si era assentata per andare a trovare il suo nuovo compagno, che non è il padre della piccola, a Leffe, in provincia di Bergamo. All’uomo aveva detto di aver affidato la bambina alla sorella.
Alessia Pifferi ha avuto una “condotta dall’impatto intrinsecamente ed estremamente violento, anche se non in forma commissiva” nei confronti della figlia di quasi un anno e mezzo. Lo scrive il gip Filice nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico della donna di 36 anni. Per il giudice, la piccola Diana era la “persona in assoluto piu’ vulnerabile” con la quale Pifferi “si trovasse in relazione, alla quale era, come in effetti e’ stato, facilissimo fare del male”.
La donna che ha abbandonato la figlia Diana di un anno e mezzo per quasi una settimana sola in casa, aveva una “forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo dell’inflizione di enormi sofferenze” alla bimba. Con una “condotta dall’impatto intrinsecamente ed estremamente violento, anche se non in forma commissiva, nei confronti della persona in assoluto più vulnerabile”. Lo scrive il gip. La donna è “incline alla mistificazione e alla strumentalizzazione degli affetti” e non ha “rispetto per la vita umana”.