Milano: Coldiretti, agricoltori in piazza Duca d’Aosta esasperati da piccioni, nutrie e cinghiali. Le testimonianze dei nostri ‘Paisan’

Le parole di Matteo Foi, allevatore di vacche da latte e cerealicoltore di Abbiategrasso e di Stefano Invernizzi imprenditore agricolo di Magenta

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Si sono radunati in piazza Duca d’Aosta a Milano, esasperati da una situazione che non trova soluzione, per denunciare i continui attacchi dei selvatici a cominciare dai cinghiali, che con le loro incursioni distruggono i raccolti, rovinano le coltivazioni e minacciano gli animali allevati, senza contare gli incidenti stradali e le incursioni nei centri urbani.

Ecco alcune voci e testimonianze di agricoltori e sindaci che hanno preso parte alla protesta con la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza. “Quando ti trovi di fronte alla devastazione causata dai cinghiali, tutto il resto passa in secondo piano compreso i danni provocati da altre specie che qui da noi sono in particolare piccioni e nutrie – racconta Matteo Foi, allevatore di vacche da latte e cerealicoltore di Abbiategrasso (MI) -. Qui sono almeno vent’anni che abbiamo a che fare con gli ungulati che scorrazzano sui campi coltivati a mais, oltre che sui prati: arriviamo anche a 30 mila euro e piu’ di danni diretti all’anno, ai quali vanno aggiunti i costi indiretti come quelli legati al fieno rovinato che finisce con l’ammuffire o la manutenzione periodica della recinzione elettrificata intorno all’azienda, che riduce le incursioni ma non le annulla”.

“Avendo l’azienda agricola proprio al confine con il Parco del Ticino, dove la popolazione dei cinghiali e’ molto numerosa, ho deciso di mettere 3 chilometri di recinzione intorno alla mia campagna, ma non e’ bastato – spiega Stefano Invernizzi, imprenditore agricolo di Magenta, nel Milanese -. Alcuni animali sono passati comunque: negli ultimi due anni in quell’area ho perso almeno il 20 per cento del mais seminato su 600 pertiche e il Parco mi ha riconosciuto danni per 6 mila euro, ai quali pero’ vanno aggiunti anche i costi di manutenzione della recinzione.

I cinghiali sono devastanti: arrivano e mangiano il seme appena piantato, poi tornano a finire il lavoro quando ci sono le pannocchie”. Non va meglio con le nutrie, assicura Invernizzi: “Non solo fanno danni alle coltivazioni, ma scavano buchi nel reticolo idrico. Qui in valle, nei nostri fossi, abbiamo acqua tutto l’anno per cui siamo costretti a intervenire in continuazione per evitare frane e perdite d’acqua causate dall’attivita’ delle nutrie”.

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