È stato condannato a 12 anni e 2 mesi di reclusione Hassine Hamis, il 37enne marocchino irregolare che la sera dell’8 maggio dello scorso anno alla stazione di Lambrate, a Milano, tentò di uccidere a coltellate il viceispettore della Polizia Christian Di Martino.
Quest’ultimo si salvò per merito del tempestivo intervento dei colleghi e, successivamente, dopo delicate operazioni chirurgiche all’ospedale Niguarda. Così ha deciso la gup Silvia Perrucci nel processo con rito abbreviato. La pm Maura Ripamonti aveva chiesto per l’imputato 13 anni e 4 mesi.
“Non possiamo ritenerci soddisfatti, come parte civile, perché di fatto non prenderà un euro di risarcimento”, ha dichiarato l’avvocato di Di Martino, Massimo Del Confetto, all’uscita dall’aula. Il gup Silvia Perrucci contro l’uomo, già con diversi precedenti per reati contro le persone e il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale, ha previsto un risarcimento di 150 mila euro e l’espulsione dal territorio dello stato a fine pena. Hamis “è stato condannato al pagamento sia delle spese processuali sia delle spese per la parte civile costituita. Ci riteniamo soddisfatti, ora chiaramente aspettiamo le motivazioni per valutare se fare impugnazione”. Così si è espressa Tiziana Bacicca, legale di Hassine Hamis. L’avvocato della parte civile, Massimo Del Confetto, ha invece ribadito come si sappia “benissimo che Hamis è incapiente”
“Ci tengo a sottolineare che Di Martino a parte la copertura assicurativa rispetto ai giorni di malattia per i quali prenderà lo stipendio, per il danno che ha subito porterà un ristoro di euro zero”, ha continuato il legale. L’ispettore “sta bene e spera di rientrare nel servizio attivo di polizia. La questione non è tanto essere soddisfatti o meno della pena, perché comunque nessuno restituirà la dignità della vita al mio cliente”, ha infine aggiunto Del Confetto.