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Dall'archivio:

Migranti, Sergio Colombo si dice ‘esterrefatto’. Lo siamo anche noi (e tutta Europa, sul tema)

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Spettabile redazione di “Ticino notizie”

A seguito di quanto apparso sulla vostra testata in data 29/6/2017 nell’articolo “Migranti, accoglienza e polemiche: ci scrive Sergio Colombo. E noi rispondiamo”, a firma di Fabrizio Provera, richiediamo la pubblicazione del seguente intervento.

Per il Comitato intercomunale per la Pace

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Siamo esterrefatti – nuovamente – dai contenuti dell’articolo a firma di Fabrizio Provera uscito in risposta alle nostre osservazioni sulla serata tenutasi a S. Stefano Ticino lo scorso 20 giugno.

Forse non ci capiamo …

Anche noi siamo d’accordo con il Capo dello Stato Sergio Mattarella quando afferma, con riferimento agli arrivi di stranieri in Italia, che si tratta di “un fenomeno epocale che non si può cancellare alzando muri ma occorre governarlo con serietà” e che “va governato assicurando contemporaneamente la sicurezza dei cittadini”.

È esattamente quanto vorremmo che si facesse e l’abbiamo detto nel nostro comunicato. Evidentemente in modo poco chiaro. Lo ribadiamo: quello che stiamo vivendo non è un’emergenza passeggera, ma la cifra distintiva di un momento storico. Pensare di affrontarlo alzando muri è insensato, inutile, inumano e non aumenta i livelli di sicurezza in Italia.

Nuovamente osserviamo che invece, per quanto abbiamo capito, sono stati i relatori presenti alla serata di S. Stefano, chi più chi meno, a parlare di emergenza e a proporre come soluzione il blindare le frontiere, il fare accordi con i paesi di transito perché impediscano le partenze, il ricorrere al rimpatrio forzato.

Ha ragione invece il giornalista nel dire che non è il caso di essere soddisfatti del modello di accoglienza e integrazione adottato in questi anni in Italia. Anche noi non lo siamo, credo però per ragioni molto diverse da quelle avanzate nell’articolo.

Del resto, riguardo ai dati – che non sono opinioni -, dovrebbe essere ormai noto, specie a chi si occupa di informazione, che la loro interpretazione non è affatto né univoca, né semplice. Ad esempio non capiamo come il dato sui lunghi tempi di permanenza nei Centri di Accoglienza Straordinaria, che è poi connesso con i costi del sistema di accoglienza, si possa risolvere impedendo l’arrivo degli stranieri in Italia. O, meglio, capiamo benissimo come in apparenza lo si risolva, ma, come abbiamo detto, da una parte non siamo disposti a sacrificare vite umane, dall’altra osserviamo che anche le politiche di chiusura hanno dei costi (polizia, controlli alle frontiere, patti con i paesi terzi, rimpatri). La nostra soluzione è aprire vie di arrivo legali per i migranti e per i richiedenti asilo, in modo da ridurre la necessità di arrivare in Italia senza permesso e ridurre quindi il numero di persone da ospitare nei centri. Inoltre è necessario aumentare il numero di Commissioni per la valutazione delle situazioni personali per il riconoscimento del diritto di asilo. A questo proposito ci permettiamo di criticare la recente decisione del governo di abbreviare i tempi di valutazione delle domande eliminando un grado di giudizio. Ancora una volta (l’abbiamo già fatto criticando fortemente il principio del “prima gli italiani”) sottolineiamo che scivolare lungo la china della riduzione dei diritti per gli stranieri può essere molto pericoloso: si rischia di avere, in un secondo momento, condizioni peggiori anche per gli italiani.

I dati, dunque, sono numeri. Inconfutabile. È la loro interpretazione, però, che è un’opinione. E dato che è (anche) dallo loro interpretazione che dipendono poi le proposte concrete per migliorare il sistema dell’accoglienza ci piacerebbe poterci confrontare su di essi con chi la pensa in maniera diversa da noi.

Magari proprio a partire dai dati presentati a S. Stefano, anche se, ovviamente, sono solo una parte dei dati disponibili (il fenomeno è veramente complesso ed ampio; “epocale” dice il Capo dello Stato).

Noi non li conosciamo nel dettaglio perché a quell’incontro non abbiamo partecipato. Era il 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, ed eravamo impegnati nelle celebrazioni: serata a Magenta con i richiedenti asilo dei CAS di via Casati e della Cascina Calderara, e serata a Robecco sul Naviglio incentrata sulle ragioni del Sì alle politiche di accoglienza. Mai e poi mai, in quella data, avremmo partecipato, ad una serata che, come detto, già nell’impostazione andava in direzione opposta.

In proposito, per altro, osserviamo che Ticino notizie, dopo avere dato notizia di tutte le iniziative organizzate, a quanto ci risulta ha pubblicato un articolo solo sull’incontro di S. Stefano. Speriamo che si sia trattato solo di una scelta dettata da questioni organizzative (non si può essere dappertutto) da parte di un giornale che fa informazione a livello locale. Se invece si fosse trattato di una scelta legata alla condivisione, per altro legittima, dell’approccio presentato in quell’ambito, ci vedremmo costretti ad estendere alla testata tutte le critiche che abbiamo fatto ai relatori intervenuti a S. Stefano Ticino.

Sempre disponibili al confronto.

 


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Si alza la tensione. Gentiloni Ue: “Eviti che la situazione diventi insostenibile”. La Commissione: “In arrivo misure concrete”. Macron: “Le nostre frontiere vanno mantenute”. Viminale, 85mila sbarchi, +20% dal 2016. Unhcr: “Irrealistico che Italia resti sola”

Caro Colombo, quelli testé riportati sono titolo e catenaccio dell’edizione on line di Repubblica, stamani, 4 luglio. A fronte di tutto quello che sta succedendo in un ambito delicatissimo come quello dell’accoglienza, la vostra pervicacia è ammirevole. Anche se, di là da facili ironie, le proposte contenute nella sua lettera sono di buon senso. Abbiamo posizioni diverse, tutto qui. E ci sembra così palese che quanto successo da 3 anni a questa parte sia sgangherato, nel campo dell’accoglienza, da pensare che la vostra ostinazione sembra quella degli ultimi giapponesi rimasti a combattere decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Tant’è. Ticino Notizie è un blog (il più letto,  nella nostra zona) che ha forze ridotte: non eravamo a Robecco perché non potevamo esserci. E sull’argomento abbiamo SEMPRE pubblicato i vostri interventi. Come questo.

Cordialità

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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