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‘Mia madre mi odia’: femminicidio (e non solo), di Fabrizio Fratus

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(di Fabrizio Fratus) In questi ultimi anni si รจ promossa una nuova neolingua per promuovere una guerra di genere, tra le parole utilizzate vi รจ certo โ€œfemminicidioโ€, termine per cui si vuole indicare un omicidio di una donna da parte di un uomo c come se questo tipo di atto violento fosse peggiore di un normale omicidio. La guerra di genere ha contribuito a enfatizzare maggiormente lโ€™odio tra uomo e donna mentre si separano, ha sviluppato violenze atroceโ€ฆ ma qui non si vuole parlare di questo ma di un’altra storia narrata da una giovane scrittrice che, con coraggio, presenta la sua vita da bambina.

 

Il libro parla diย solitudine, quella di una figlia e di una famiglia, prima emotivamente e poi materialmente abbandonate dalla madre, che abortisce i figli da viva. Ma parla anche diย riscatto e speranza, di una ragazza che non ha ceduto alle delusioni della vita e non si รจ fatta trascinare dal mal di vivere. La solitudine di un padre separato, che deve fare i conti con un sistema giudiziario pregiudizievole e a senso unico. La solitudine di unโ€™identitร , quella italiana, sovente sacrificata sullโ€™altare dellโ€™esterofilia ad ogni costo. La solitudine di una giovane donna, che non ha bisogno di etichette vittimistiche per essere considerata tale e avversaย il femminismo rampante dellโ€™epoca moderna, ritenendo lโ€™emancipazione semmai come la capacitร  di considerarsi lโ€™una diversa dallโ€™altra.

Ma il libro -a tratti doloroso, a tratti ironico e graffiante- รจ anche un invito allaย ribellione, allaย lotta contro gli stereotipi e il pensiero unico dominante, laddove la comprensione per le vittime passa in secondo piano rispetto alla โ€œsensibilitร โ€ della societร  verso i carnefici.

Eโ€™ un libro che trasforma Sephora, la protagonista, da sconfitta a protagonista, da vittima a simbolo di un mondo diverso e piรน consapevole di problematiche che, senza la sua battaglia, sarebbero destinate a rimanere sepolte.

Eโ€™ย un libro controcorrente, non su un piano ideologico ma su quello della testimonianza di realtร  poco conosciute eppure forti e reali. Esattamente come il titolo, provocante, non provocatorio. Sephora non vuole stupire o urlare ma convincere, far aprire gli occhi.

Consiglio di leggere questo libro per scoprire situazioni poco convenzionali che in realtร  sono molto piรน comuni di quanto si possa immaginare. Dichiararsiย antifemministaย come la protagonista, in unโ€™epoca in cui lโ€™essere donna comporta in certi ambiti non la discriminazione, bensรฌ il godimento di diritti superiori agli uomini, in un contesto generale in cui la considerazione dellโ€™essere femminile sia quello di vittima predestinata della naturale veemenza dellโ€™uomo, รจ da ritenersi una grande prova di coraggio e di totale autonomia dal pensiero unico: il โ€œpartorireโ€ nero su bianco talune realtร , a loro discapito โ€œfiglieโ€ di una crisi di valori nella societร  e ancor piรน radicalmente nellโ€™identitร  รจ altresรฌ temerario oltre che, senza dubbio, obiettivo, trattandosi di una testimonianza femminile a favore degli uomini, una voce finalmente non afona in grado di raccontare e far sรฌ che le vittime di violenza silenziose possano ritrovarsi.ย E consolarsi.

Ph Maurizio Piperissa Due

Leyla Ziliotto, genovese italo-marocchina di 25 anni, laureata in lingue e culture moderne allโ€™Universitร  di Genova. Campionessa italiana di bocce nel 2011, giocatrice della Nazionale marocchina, medaglia di bronzo al valore atletico CONI. Ex vice-presidente di unโ€™associazione destinata al supporto dei papaโ€™ separati. Con la stessa casa editrice, eโ€™ autrice di un racconto allโ€™interno di un altro libro (dove vi รจ anche un mio racconto sempre sui padri separati). Parla cinque lingue. Attualmente conduce una rubrica televisiva dedicata alle bocce.

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