MAGENTA Anche se è diventato il nuovo presidente di Fondazione Per Leggere, Marcello Mazzoleni si dedica sempre allo studio ed alla passione per il meteo.
E con un post pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook parla della situazione metereologica attuale con un interessante rimando al passato, ossia alle temperature anomale registrate nel mese di gennaio. Che a Magenta non sono certo una novità. Anzi.. Leggiamo insieme quando il termometro schizzò in alto..
“Tornano finalmente il sole e l’azzurro!
Oggi dal tardo mattino/mezzogiorno e poi anche domani il protagonista del tempo qui al nordovest sarà il favonio e allora mi piacerebbe soffermarmi un attimo per spiegare bene cosa accadrà in queste situazioni invernali così frequenti per chi abita nei pressi di una catena montuosa, ma che ogni volta sono capaci di incuriosirci e di stupirci.
Intanto, ricordo che qui al nordovest ci può essere foehn in ogni momento dell’anno, ma è molto più frequente tra gennaio e febbraio proprio perché statisticamente sono i due mesi con meno precipitazioni di tutto l’anno, in quanto per ragioni legate alla circolazione atmosferica generale restiamo spesso sottovento alle correnti portanti.
Le temperature, sotto effetto favonico, possono raggiungere valori davvero significativi in relazione al periodo, anche nelle ore serali e notturne, essendo un fenomeno legato ad una precisa legge fisica e totalmente indipendente dall’irraggiamento solare. Qui a Magenta, negli ultimi trentacinque anni, i record invernali mese per mese sono i seguenti e saranno ben lontani dai valori di questi giorni: 23 dicembre 1984 con 22.5°C, 19 gennaio 2007 con 25.2°C e 15 febbraio 1990 con 28.1°C. Il valore invernale più alto documentato qui in zona risale invece a fine gennaio del 1879, con 30 gradi di massima a Busto Garolfo, registrati durante i lavori di escavazione del canale Villoresi. Anche a fine gennaio del 1944 al Campo della Promessa nei pressi di Malpensa durante le esercitazioni della seconda guerra mondiale è stato misurato un valore diurno di 29 gradi: in entrambi i casi si tratta di temperature con tempi di ritorno di quasi un secolo e dunque davvero eccezionali.
All’orizzonte, guardando verso le Alpi tra oggi e domani vedremo in maniera molto chiara il cosiddetto “muro del fohn” ovvero le nubi addossate ai crinali di confine che separano il freddo e la neve sui versanti esteri e zone italiane adiacenti (alta Valsesia, alte valli ossolane…) dal cielo azzurro e dal meritatissimo sole qui nella conca padano-alpina, dopo molte settimane consecutive di grigio e di umido. E poi, di tanto in tanto qualche frangia nuvolosa transiterà nel nostro cielo regalandoci albe e tramonti molto suggestivi.
Ne ho parlato oggi, proprio perché siamo in una situazione favonica e lo saremo anche sino al pomeriggio di domani e poi di nuovo tra giovedì e venerdì, con temperature massime che in tutte queste giornate si potranno spingere sin sui dodici/quattordici gradi, valori tipici anche in pieno inverno con queste condizioni atmosferiche. Come ho spiegato nelle regole del gioco del mese, gennaio ha infatti una massima media di circa sei gradi, ma con deviazione standard dalla media di oltre sei gradi, proprio perché col fohn ci si avvicina senza fatica ai dodici o più. Tant’è che i record sono ben superiori ai venti gradi.
Unico neo, con l’aria secca c’è molta escursione termica tra le massime e le minime e così le temperature poi al primo mattino si riporteranno attorno o al di sotto dello zero da domani e per diversi giorni.
E ora che sappiamo il perché di tutto ciò che accadrà oggi, godiamoci tutta la magia, il limpido e la luce di queste due splendide giornate favoniche, con l’ultimo chiarore del crepuscolo che si protrarrà all’orizzonte occidentale sino a qualche minuto dopo le ore diciotto, a segno del deciso progredire della stagione. Grazie per l’attenzione che abbiamo dedicato a questo approfondimento e cerchiamo di trascorrere una buona giornata”.
Niente male, insomma..