MAGENTA – Alla fine, nella tarda serata di ieri, a qualche ora dal pezzo in cui Ticino Notizie stigmatizzava il silenzio del sindaco Chiara Calati sulla morte di Dino Molho, sulla pagina Facbook del Comune di Magenta sono apparse le seguenti parole:
“La città esprime profondo dolore per la scomparsa di Dino Molho, testimone della Shoah, che riuscì a fuggire alla persecuzione nazista nascondendosi in una stanza segreta per 13 mesi – ha detto il sindaco di Magenta, Chiara Calati, ricordando – Il suo prezioso impegno profuso per testimoniare gli orrori della Shoah. Magenta ne porterà per sempre memoria anche grazie alla stele posta in via Diaz, dove un tempo sorgeva la ‘casa segreta’, che ricorda i nomi delle sei persone, insignite del titolo di Giusti fra le nazioni, che nascosero Dino e la sua famiglia per lunghi mesi”.
Al di là di qualche dubbio di forma, si può usare il classico adagio ”meglio tardi che mai’. Caso chiuso, insomma. Fino al prossimo, probabilmente..