Tredici “regole generali”, dagli orari di ingresso nell’aula, tra le 8 e le 9, fino alla “previsione” di 35 interventi delle difese per ogni udienza di discussione e alle “interlocuzioni” tra legali e imputati in videoconferenza previste nelle “pause”. Le ha fissate il gup di Milano Emanuele Mancini per riuscire a gestire, nel “pieno rispetto” dei “diritti di tutte le parti”, la maxi udienza preliminare a carico di 143 imputati a seguito dell’inchiesta “Hydra” della Dda e dei carabinieri del Nucleo investigativo.
Procedimento che vede al centro, come da imputazioni, un presunto “sistema mafioso lombardo” costituto da “appartenenti alle tre diverse organizzazioni”, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra, e che sarebbe stato attivo tra Milano e Varese. Dato “l’elevato numero di presenze” nell’aula bunker del carcere di Opera, dove il 20 maggio si aprirà il procedimento ‘monstre’, con altre 23 date già fissate fino al 25 luglio, il giudice ha inviato alle parti le regole da seguire.
Ai legali viene detto di valutare “l’effettiva rilevanza della partecipazione di propri collaboratori”, mentre un cancelliere faciliterà la verbalizzazione delle presenze. Chi vorrà chiedere riti alternativi, come abbreviati o patteggiamenti, potrà anticiparlo al gup via mail. Nella prima udienza, tra una settimana, scrive il gup, si verificheranno la “regolare costituzione delle parti” e le richieste di riti diversi dall’udienza preliminare. Poi, si farà un “calendario preciso” per le discussioni (35 difese per ogni udienza). E spazio ad “esami” o “dichiarazioni” degli imputati. Se ci sarà da recuperare tempo si utilizzeranno anche i sabati successivi ad ogni udienza.
Tra coloro per cui i pm Cerreti e Ferracane, con il procuratore Marcello Viola, hanno chiesto il processo, figurano Paolo Aurelio Errante Parrino, in carcere dal 28 gennaio e legato al mandamento di Castelvetrano (Trapani), quello di Matteo Messina Denaro, esponenti della famiglia palermitana Fidanzati, della cosca dei Rispoli e del gruppo campano dei Senese.