“Il tempo è spesso galantuomo, molto spesso. Oggi in tanti sono pronti a esprimere giudizi sul caso che coinvolge il ministro Daniela Santanchè. Mi permetto di invitare tutti alla prudenza, al rispetto dei valori costituzionali e attendere il corso e il tempo (galantuomo) della giustizia”: così in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Mario Mantovani.
“Gli eletti non vincono concorsi, ma sono scelti, liberamente e segretamente, da milioni di cittadini. Un eletto – ha aggiunto – può sbagliare, certo. Ma anche un magistrato può errare perché sbagliare (in buona fede, si intende…) è nella natura umana. E la mia riflessione non vuole essere un giudizio ma una semplice constatazione di cui le cronache giudiziarie sono lì a dare testimonianza”.
Mantovani cita anche il suo di caso giudiziario, che lo ha visto coinvolti negli anni passati: “Il mio caso è emblematico: un Pm ha formulato accuse (poi risultate infondate) un GIP ha, dopo 2 anni di richieste del Pm, firmato una misura cautelare con rinvio a giudizio dove, peraltro, sono bastati due gradi di giudizio per accertare, da parte della Corte di Appello di Milano, la verità, comprovando errori, abbagli e cantonate della compagnia del primo grado. Per 8 anni – ha ricordato – sono stato sospeso dalla vita politica prima di giungere all’assoluzione con formula piena ed essere poi riabilitato, grazie a Giorgia Meloni che mi ha candidato, dagli elettori che hanno deciso il mio rientro nelle istituzioni”.