ABBIATEGRASSO – “È stata una sorpresa, il pezzo è piaciuto ma non è dalle sonorità così morbide, ho fatto anche di peggio, ma il pezzo è abbastanza ruvido per la media di cose che si sentono nel cinema italiano, mi fa piacere che forse i tempi stanno un po’ cambiando”.
Così Manuel Agnelli, l’artista ormai divenuto abbiatense a tutti gli effetti, ha commentato ad askanews la vittoria al David di Donatello per la miglior canzone originale con “La profondità degli abissi”, per il film “Diabolik” dei Manetti Bros.
“Devo ringraziare tantissimo i Manetti Bros – ha spiegato – mi hanno dato non solo carta bianca, mi hanno aiutato tantissimo a capire il personaggio e poi in fondo a scrivere un pezzo che parlava del lato più interiore di Diabolik, è stato bello, divertente, stimolante”.
Per Manuel Agnelli, che, racconta, da piccolo leggeva il fumetto, Diabolik “è un personaggio coerente, una persona che non cerca scuse morali per quello che fa, non è contro la società, non deve ribellarsi a nessuno”, “non cerca scuse lui vuole fare quello che fa e lo fa con una freddezza pazzesca, è un esempio in questo, anche se è negativo, un esempio di coerenza in un Paese in cui la colpa è sempre di qualcun altro”.
Il cantante era stato già candidato al David di Donatello nel 2005, con gli Afterhours, per “Gioia e rivoluzione”, storica canzone degli Area che Agnelli canta nel film “Lavorare con lentezza”.