Maltrattamenti a minore, sindaco del Varesotto a processo

A febbraio atteso l'Appello

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E un caso che scuote la politica locale e mette al centro del dibattito pubblico un tema doloroso: la violenza domestica, soprattutto quando coinvolge minori. A processo è un sindaco dell’Alto Varesotto, tuttora in carica, accusato di aver sottoposto per anni il figlio minorenne a insulti omofobi, umiliazioni e percosse.

Un quadro che la Procura generale definisce senza possibilità di attenuanti: non semplici «metodi di correzione» – come sostenuto dalla difesa – ma maltrattamenti in famiglia. La vicenda ha destato scalpore non solo per la carica istituzionale ricoperta dall’imputato, ma anche perla durezza delle accuse: il ragazzo avrebbe vissuto per anni in un clima domestico fatto di paura e continue umiliazioni. Proprio per tutelarlo, la sua identità e quella del padresindaco rimangono coperte da riserbo. La condanna in primo grado era stata sorprendentemente mite: 8 mesi, a fronte di una richiesta della Procura di oltre cinque anni. Una decisione che aveva lasciato dubbi e polemiche, portando la Procura generale a impugnare la sentenza in Appello e chiedere nuovamente una condanna a 5 anni. Le accuse riguardano un arco di tempo dal 2018 al 2021.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sindaco avrebbe più volte insultato il figlio utilizzando espressioni pesantemente omofobe come «frocio» e «finocchio», accompagnate da aggressioni fisiche. In alcuni episodi l’uomo avrebbe usato un cucchiaio di legno e perfino una cintura come strumenti di punizione. Una spirale di violenza che non avrebbe risparmiato neppure la moglie, la quale, sempre secondo le denunce, sarebbe stata a sua volta colpita, minacciata e umiliata. La situazione sarebbe stata così insostenibile da costringere la donna, più volte, a lasciare l’abitazione con i figli.

II sindaco continua a dichiararsi estraneo ai fatti. Nel processo di primo grado, le figlie della coppia hanno negato in aula qualunque maltrattamento. Una testimonianza che ha certamente contribuito alla condanna più leggera decisa dal tribunale di VARESE, che ha comunque riconosciuto un risarcimento di seimila euro alla parte civile e il pagamento delle spese legali. II 19 febbraio la sentenza d’Appello.

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