Disco verde, il 23 ottobre scorso, per l’asta dei due lotti rimanenti dell’imponente area ex Saffa, che dopo essere stata riqualifucata da Vetropack nella parte ricadente sul Comune di Boffalora affronta ora un secondo, determinante passaggio: il tentativo di mettere mano agli oltre 100mila metri quadri che ricadono su Pontenuovo di Magenta.
La notizia, confermataci anche dal legale che ha seguito direttamente la procedura di alienazione, è che i due lotti sono stati assegnati. A quanto risulta sarebbe un fondo americano ad aver acquisito quanto resta del glorioso stabilimento. Per chiudere e definire l’operazione di acquisto serviranno ancora i 150 giorni che per legge devono decorrere dall’assegnazione all’asta, necessari anche per versare la cifra stabilita. Questo significa che entro il mese di febbraio 2025 si saprò con certezza chi sono i nuovi proprietari. Il prezzo base era stato fissato in seimilioni e settecentomila euro, l’offerta minima era di cinque milioni e venticinquemila euro con un rialzo minimo di 50mila euro
La proposta preliminare del PII riguarda l’area degli insediamenti produttivi dismessi ex Saffa situati nella frazione di Ponte Nuovo a Magenta caratterizzata da un ambiente prevalentemente pianeggiante con avvallamenti solo nei pressi del Naviglio Grande. Il borgo, conosciuto in quanto sede della fabbrica italiana di fiammiferi S.A.F.F.A., sorge su un’area lambita dal Naviglio Grande e sviluppata lungo la SS 11- Padana Superiore. Come detto la superficie complessiva è di 101.807 mq. In passato (parliamo ancora della giunta Invernizzi) l’orientamento del progetto era di realizzare una serie di edifici in linea e a torre da adibire prevalentemente a residenza e a funzioni complementari. Era inoltre prevista, oltre alla superificie urbana, la realizzazione di una parte più paesaggistica con le case disposte lungo un percorso pedonale e ciclabile. Tale fascia, larga circa 30 m percorsa da una pista ciclabile costituisce la spina del progetto e funge da connettivo tra il verde del lotto d’intervento e la porzione dell’area che confluisce nel Parco del Ticino”.
L’interesse e il richiamo dell’immobile simbolo di Pontenuovo è stato dimostrato anche dalle recenti giornate Fai con la visita al museo che ha custodito le immagini di un tempo della ex Saffa, la storica industria che diede lavoro a migliaia di famiglie e che produceva fiammiferi. Una storia che è continuata con la cartiera fino all’abbandono totale. La ex Saffa versa in stato di degrado assoluto da parecchi anni. All’interno solo rovine, edifici dismessi, documenti dell’epoca che riempiono le stanze. Ma cosa ne sarà di quel luogo? Premesso che alcuni siti verranno salvaguardati, come appunto la ex Dogana, la chiesa (anch’essa da ristrutturare) e le rimanenti parti, cosa sorgerà in quel punto a ridosso della strada statale 11? Il Vice Sindaco Enzo Tenti non si sbilancia e a Ticino Notizie, nelle scorse settimane, si è limitato a dire che “potremo cominciare a dire qualcosa soltanto dopo la vendita dell’immobile all’asta. Una volta che sapremo chi sarà la società che se lo sarà aggiudicato ci potremo esprimere. Prima di quel momento parliamo solo di qualcosa che non esiste”. L’ipotesi che si può azzardare, e che era stata fatta all’inizio di quest’anno, è di una parte produttiva industriale e una parte commerciale capace di garantire i servizi essenziali ad una frazione.
Oppure, come già si era ventilato nel recente passato, una ‘continuazione’ o prosecuzione del nuovo e modernissimo stabilimento di Vetropack. Qualunque cosa accada, il futuro di Magenta dei prossimi decenni passa (anche, ed in buona misura) da quale sarà il futuro dell’ex Saffa.