MAGENTA – Ieri sera all’Hammy Bistrot di via Garibaldi, dopo lo Zio Bergomi, sono arrivate altre due vecchie glorie dell’Inter: Beppe Baresi, detto “Il Martello” e il magentino Fabio Calcaterra da Mesero che ha vestito la gloriosa casacca nerazzurra tra l’86 e l’88 sotto la guida di Giovanni Trapattoni. Tra una portata e l’altra dell’ottimo menù alla ligure, è stata questa l’occasione per tornare a parlare di quel calcio anni ’80 di cui Beppe e Fabio sono stati due degni interpreti.
Un mondo che non c’è più per l’attaccamento alla maglia, la dedizione e anche per un monte ingaggi che in questi ultimi anni è lievitato in modo pazzesco. Beppe arriva giovanissimo nelle giovanili dell’Inter, poco più che 14 enne, esordisce negli anni Settanta – quando giocava ancora un certo Giacinto Facchetti – e poi veste per tutta sua carriera, fatta eccezione per gli ultimi due anni a Modena, la maglia dell’Inter. Oggi Beppe lavora ancora per l’Inter, va in giro per l’Europa a scoprire talenti o a visionare giocatori già affermati.
Impossibile con lui non toccare anche la parentesi del ‘Triplete’ quando fece l’allenatore in seconda di Josè Mourinho. Un’esperienza professionale unica, come unici sono i giocatori che sono transitati da Appiano Gentile in quegli anni . Anche se il calcio anni ’80, quello dei tedeschi, così come quello delle altre bandiere nerazzurre dell’epoca con la maglia ancora in flanella (Zenga, Bergomi, Oriali, Ferri, Altobelli, Beccalossi, ect…) continua a trasmettere un fascino unico.
“Era un calcio molto diverso da quello di adesso anche come metodi di allenamento e la mia Inter (sia quella del sergente di ferro Eugenio Bersellini che quella dei record del Trap) avrebbero potuto vincere anche di più”. Lui Beppe con lo scudetto 1979/80 è stato testimone sul campo dell’ultima Inter tutta italiana, prima della riapertura delle frontiere, così come con quella dei tedeschi, è stato protagonista di uno dei periodi più floridi per il campionato italiano. “In quegli anni sono passati i più forti: Platini, Maradona, Zico…”. E lui il Martello pronto a stargli con il fiato sul collo per tutti e i novanta minuti di gioco.
Decisamente più breve ma ugualmente emozionante, l’esperienza in nerazzurro del nostro Fabio Calcaterra. “Ho fatto due anni all’Inter e forse ci sarei potuto restare anche di più, ma io volevo giocare con continuità e davanti a me avevo dei super campioni”. Quella di Calcaterra è stata comunque una carriera giocata per molte stagioni in serie A tra le altre Cesena e Bari . Tanta provincia, tanto agonismo e piedi ben piantati per terra per il difensore. Anche per lui poi tanta esperienza come allenatore, da ultimo a Genova sponda Samp. Per lui anche diversi anni nel settore giovanile dell’Inter (dal 2003 al 2007) Da poco è tornato nella sua Mesero. Dove è cominciato tutto nel Vela Mesero.
F.V.
(*nella foto a lato Beppe Baresi con Josè Mourinho, sotto Fabio Calcaterra impegnato in una sfida del Mundialito per Club del 1987 contro il Porto di Jorge Juary, in basso esultanza nerazzurra con Beppe Baresi sulle spalle di Kalle Rummenigge)