Via Roma a Magenta, i negozi chiudono alla velocità della luce. Spariscono nel giro di un attimo. Non bisogna essere vecchi per tornare con la memoria a qualche anno fa, quando le vie centrali della città brulicavano di gente e si faticava a passare, soprattutto il sabato sera. Quando nei negozi la gente entrava con piacere. Sembrava un altro mondo, eppure era soltanto l’altro ieri. Un negozio che vendeva i vestiti per bambini ha abbassato la saracinesca, un altro che comprava e vendeva oro pure, un’attività storica è in procinto di smettere. Erano in posizione centralissima e questo solo negli ultimi giorni.
“Ormai Milano è diventata la capitale del commercio – afferma Emiliano Masperi, vice presidente della Confcommercio – Basti pensare al Merlata Bloom con i suoi tantissimi negozi. E poi a mezzora di macchina c’è l’outlet di Vicolungo. Magenta non è più inserita tra le mete ambite per gli acquisti”. E poi ci sono i problemi di casa. I supermercati non si contano più. “Devono sistemare la viabilità tra Magenta e Corbetta – aggiunge Masperi – Se non fanno qualcosa in certi orari è anche difficile entrare a Magenta”. Anche la Confcommercio ne è convinta. Il mondo è cambiato per ogni settore lavorativo, compreso il commercio. Bisogna fare e-commerce. “I negozianti si devono adeguare ai cambiamenti – aggiunge – Se non ti adegui resti indietro. Bisogna darsi da fare, rendere attraenti le proprie vetrine, fare in modo che il proprio negozio risulti appetibile agli occhi della gente. Non è facile, ma bisogna riuscirci”. Secondo il vice presidente della Confcommercio i risultati di oggi sono sicuramente il frutto di scelte politiche sbagliate adottate negli anni precedenti.
“Adesso ne paghiamo le conseguenze a caro prezzo – continua – Noi lo diciamo da tempo e non possiamo fare altro, di certo non possiamo spingere la gente per entrare nei negozi. Cerchiamo di fare proposte, iniziative a sostegno dei piccoli negozianti. A coloro che investono diamo la possibilità di avere il 50 per cento a fondo perso. Ma spesso mancano i soldi per investire e siamo punto a capo”. I bandi per incentivare il negozio di vicinato ci sono, ma a volte gli stessi negozianti non lo sanno. “Abbiamo gli sportelli per le nuove attività – conclude – e le promozioni per le attività storiche. Quello che possiamo dire è che non ci si deve improvvisare. Guardiamo quanti bar, panetterie e altri piccoli esercizi aprono e chiudono in poco tempo. Si pensa che basta alzare la saracinesca e la gente entra. Non è più così, il mondo è cambiato”.