MAGENTA – La protesta non può essere politica, perché la politica è mediazione dei conflitti e dei contrasti. Sangue e merda, diceva lui un tempo, “e intendevo dire passione e contaminazione”. Quella contaminazione che Grillo, per esempio, vuole sfuggire. “Ma nessuna forma di potere può rinunciare a confrontarsi con il male. Però bisogna anche guardarsi dagli iper-realisti, io sono molto critico nei confronti delle falangi del realismo straripante, anche perché li trovo fasulli”
Chi scrive (e pure questa testata) non ha alcuna remora a definirsi poco obiettivo. Abbiamo simpatie, antipatie, idee, abbiamo avuto e abbiamo collaborazioni professionali con uomini politici. Quindi noi non siamo obiettivi. Però, quando diciamo qualcosa, diciamo QUELLO CHE PENSIAMO, e soprattutto diciamo e scriviamo quello che gli altri NON DICONO O SCRIVONO.
Premessa necessaria, siccome c’accingiamo ad affrontare il caso politico degli ultimi giorni, ossia l’estromissione di Stefania Bonfiglio dalla prossima giunta di Chiara Calati.
E’ una scelta che anzitutto rispettiamo, perché avvenuta coi modi e nei canoni classici della politica: piaccia o meno, l’arroganza fanfarona dell’antipolitica non sarà mai al livello, sublime, della speculazione di un Rino Formica (da cui è tratto l’incipit di questo pezzo).
Purtuttavia, riteniamo che la scelta sia stata errata. E per diverse ragioni. Uno, è legittimo che iscritti e militanti designino gli assessori fottendosene del consenso popolare: se uno è coglione e prende 1000 voti, resta un coglione. Mentre un saggio esperto ne potrà prendere 50, ma resta saggio ed esperto. Ma allora che cosa ce ne facciamo della democrazia rappresentativa e del consenso? Oltre al fatto che parliamo del segretario politico, non di una tizia che passava da Magenta per curiosare tra le vetrine del Tony in cerca di saldi.
Due, la scelta di una donna- in alternanza a Simone Gelli, sempre stato fuori discussione- avrebbe giovato anche in termini di immagine: una ‘parità di genere’ benefica sotto molti punti di vista, giacché la Bonfiglio sarebbe stata la prima donna assessore della Lega a Magenta dopo la breve parentesi di Franca Valenti, tra il 1993 e il 1994.
Terza e più importante cosa: Stefania Bonfiglio sarebbe stata perfettamente complementare a Simone Gelli. L’uno ancora giovane ma già esperto e adattissimo al ruolo di uomo macchina e uomo del fare, l’altra più incline alla riflessione ed al pensiero, e soprattutto portabandiera di molte delle idee e delle istanze talebane (nel senso del Il Talebano.com), che Ticino Notizie condivide quasi in toto.
Stefania Bonfiglio è gramsciana. Nel senso che per Gramsci lo Stato è più che un apparato coercitivo per assicurarsi il dominio di classe. Gramsci distingue tra leadership e dominio, coercizione e consenso, società politica e società civile. Queste distinzioni hanno anche un’estrema importanza nella trasformazione della società: “Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere“. Come figlio del suo tempo Gramsci impiega frequentemente concetti tipici del mondo militare. La rapida “guerra di movimento” dei bolscevichi, si contrappone alla lunga “guerra di trincea” in Occidente; la lotta per l’influenza nella società civile viene paragonata alla conquista delle “trincee” e delle “casematte”, le fortezze sotterranee.
E’ stato un errore, secondo noi, sottovalutare questo aspetto. E non ce ne voglia Luca Aloi, giovane di indubbie doti, che assieme a Kevin Bonetti (peraltro firma di Ticino Notizie) rappresenta presente e futuro del Carroccio magentino, e che prenderà il posto della Bonfiglio.
Da ultimo: anche muri e sassi di piazzetta Parmigiani sanno delle ataviche ‘incomprensioni e antipatie’, oggi più smorzate, tra il gruppo umano e politico di Simone Gelli, Silvia Scurati, Gb Fratus (e Davide Boni) e quello di Massimo Garavaglia, Curzio Trezzani, Riky Grittini ecc ecc ecc.
Bene, sarebbe stato un intelligente segnale distensivo- nella città fulcro del Magentino- assecondare una ‘conciliazione’ estremamente significativa, nei fatti e nell’immagine (che è sostanza), tra le due parti. Poi, se vogliamo, possiamo continuare a parlare di Lega monolitica, un po’ come si parla delle favole. La contrapposizione è il sale della politica, lo scontro (anche duro) il suo pane quotidiano; non c’è niente di cui scandalizzarsi.
Ma tant’è, la Lega ha scelto e noi rispettiamo questa scelta. Che porta alla configurazione di una giunta fatta di moltissimi esordienti, la cui vita non sarà certo facile (la politica, oltre a essere sangue e merda, oggigiorno è molto complessa negli enti locali, causa inenarrabile serie di ostacoli).
Fabrizio Provera