MAGENTA – La città di Magenta è stata fortemente scossa dalla notizia diffusa nel tardo pomeriggio di ieri dall’Ansa sull’indagine a carico del dottor Giuliano Sarro, uno dei medici più in vista dell’ospedale Fornaroli.
Un chirurgo non solo conosciutissimo e stimato a livello professionale, ma anche a livello umano. Attivo in molteplici attività extra ambulatoriali e nel mondo del volontariato, Sarro è da anni al centro della ‘buona’ narrazione in campo sanitario.
Ovvio che l’indagine di Gdf e Procura di Milano lasci sgomenti.
Nel servizio del quotidiano La Repubblica si apprende che tra gli indagati ci sono anche Davide Bonacina, regional sales manager della Applied, e Umberto Rivolta collaboratore di Giuliano Sarro e membro della commissione tecnica per l’aggiudicazione dell’appalto: secondo gli investigatori le apparecchiature acquistate dall’ospedale presentavano gravi inefficienze che il Rivolta avrebbe contribuito ad occultare. L’appalto a cui si fa riferimento nel fascicolo risalirebbe al mese di settembre 2019.
Il nostro giornale è sempre stato e sempre sarà garantista, conoscendo i guasti che il giustizialismo manettaro e il ben noto circo mediatico giudiziario ha prodotto in questi ultimi decenni, e che le recenti vicende inerenti la gestione dell’Anm hanno fatto nuovamente e prepotentemente emergere.
Varrà poco ricordare che l’avviso di garanzia nasce, in punta di diritto, come strumento a tutela dell’indagato: dal 1992 ad oggi l’informazione di garanzia è valsa spesso come condanna a prescindere, e tanti saluti alla presunzione di innocenza.
Senza dubbio l’ambito di riferimento, gli acquisti in campo sanitario, sono un terreno spigoloso e delicatissimo. La Regione Lombardia spende ogni anno circa 18 miliardi di euro in assistenza e sanità. Quindi ANCHE per gli ospedali.
Ma bisognerà aspettare la replica degli indagati, in primis di Sarro, e la loro versione dei fatti. Poi ci sarà con tutta probabilità un procedimento in cui la difesa farà valere le proprie ragioni.
E conterà ovviamente anche ogni presa di posizione che l’Asst Ovest Milanese, da cui dipende il nosocomio magentino, vorrà eventualmente assumere. Anche se l’azienda, in questi ultimi due anni, non ha propriamente brillato per intensità comunicativa.
Sullo sfondo resta lo stupore di decine e decine di persone, tra ex pazienti, amici e conoscenti del dottor Sarro; persone che non hanno esitato a manifestare la loro vicinanza e incondizionata fiducia al medico (e all’uomo).
Non varrà nulla ai fini dell’indagine, ma esiste anche un lato non solo tecnico della giustizia.
Quel che conta di più, lo ribadiamo, è NON agitare gli istinti più bassi e retrivi che purtroppo il nostro disgraziato Paese ha costantemente palesato a danno delle 27mila persone (ripetete con me: 27mila) italiani indagati, INCARCERATI e poi assolti dal 1992 ad oggi.
Meditate magentini, meditate.
Fabrizio Provera