Magenta: miglioramenti al Centro Diurno Disabili di via dei Mille, ma c’è ancora tanto da fare

Rattoppata la pavimentazione esterna, ci sarebbe da rimettere a nuovo la caldaia. Per i genitori quell'edificio è di vitale importanza.

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E’ trascorso quasi un anno da quando i genitori dei ragazzi che frequentano il Centro Diurno Disabili di via dei Mille hanno sollevato diversi gravi problemi in cui versa la struttura. Un edificio di proprietà di Città Metropolitana e gestito da Asst Ovest Milanese per quanto riguarda il personale. Qualche passo avanti è stato fatto in questi mesi, ma c’è ancora tanto da lavorare. A livello di manutenzione i problemi persistono. “La cosa più importante da risolvere – sottolinea Maurizio Chiappa, uno dei genitori – è un intervento serio alla caldaia che è molto vecchia e spesso succede che va in blocco il bruciatore”. Chiappa, e con lui anche gli altri genitori, non tralascia di dire che qualche miglioramento si è visto. Sono stati ripristinati i locali chiusi per le infiltrazioni d’acqua, è stato sistemato il tetto, il cortile è stato rattoppato ed era un intervento urgente perché i mezzi, in quell’area, scaricano le carrozzine che, a causa dell’asfalto sconnesso, potrebbero cadere. Non è stata rifatta la pavimentazione, ma almeno non c’è più il pericolo di inciampare.

I genitori tengono davvero tanto a quella struttura perché rappresenta, per loro, un aiuto insostituibile. Il personale che lavora all’interno è di ottimo livello, sia professionale che umano. E’ situata in una zona tranquilla, al confine con Corbetta. Il gruppo di Pontevecchio è rimasto in via dei Mille con l’approvazione dei genitori, anche dopo che sono stati ultimati i lavori alla scuola della frazione che veniva usata in passato. “E’ più spazioso e si trova sul solo pian terreno, quindi non c’è il problema degli ascensori”, sottolinea Chiappa. Ma restano ancora tante cose da fare. Il cancello di ingresso che rimane sempre aperto è un esempio. Potrebbe rappresentare un pericolo per i ragazzi e andrebbe sostituito con quello elettrico. Servono tanti soldi anche perché manca l’impianto e difficilmente verrà sostituito nel breve periodo. Ma le porte dell’edificio restano, comunque, sempre chiuse grazie alla coordinatrice.

“Quello che servirebbe è una ristrutturazione completa dell’edificio – continua – che è molto vecchio. Qualche anno fa c’era un pulmino e tre educatori abilitati ad utilizzarlo per gli spostamenti dei ragazzi che venivano portati alle attività esterne. Adesso questo mezzo non c’è più. Qualche educatrice si è fatta avanti per ripristinarlo. Anche noi genitori potremmo usarlo, ma ad impedircelo ci sono questioni legali perché servirebbe un’assicurazione apposita per noi”.

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