Magenta, maltrattamenti alla ex compagna: 44enne condannato a due anni

Pena sospesa, l'uomo si è sempre proclamato innocente. La Giudice ha accolto l'impianto accusatorio.

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Si è concluso con una condanna il processo a carico di un uomo di 44 anni, di origini pakistane e residente a Magenta, accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna di 33 anni. La quinta sezione penale del tribunale di Milano presieduta da Elisabetta Canevini, (a latere Bianchi e Papagno) ha emesso una sentenza di condanna a due anni di reclusione, con pena sospesa, al termine di un procedimento che ha visto l’uomo sempre proclamarsi innocente. A far scattare l’indagine era stata la denuncia presentata dall’ex compagna, che aveva riferito una serie di presunti maltrattamenti, aggravati dalla presenza della figlia ancora in tenera età. Aggressioni, soprattutto verbali, in alcuni casi con schiaffi che le hanno provocato dei lividi.

Oltre ad uno stato di ansia e angoscia generale. Episodi che si sarebbero verificati in un periodo compreso tra il mese di luglio 2020 e l’aprile dell’anno successivo. Per poi sfociare in una denuncia presentata presso la caserma dei carabinieri di Magenta. Secondo l’accusa, gli episodi contestati si sarebbero verificati in ambito domestico. L’imputato ha sempre respinto ogni addebito, sostenendo la propria estraneità ai fatti contestati e decidendo di affrontare il processo anziché patteggiare una pena certa che ha sempre ritenuto ingiusta. Confidando nelle testimonianze che, secondo la difesa, avrebbero potuto giocare a suo favore. Tuttavia, la giudice (specializzata in violenza di genere) non ha ritenuto sufficienti questi elementi per ribaltare l’impianto accusatorio e ha deciso per la condanna al termine di una serie di udienze che non hanno mutato le convinzioni iniziali dell’accusa.

“Leggeremo la sentenza e le motivazioni quando verranno depositate – ha commentato il suo legale, l’avvocato Roberto Grittini – In appello tutto l’impianto non reggerà, ne siamo convinti”, lasciando intendere che la difesa è pronta a impugnare la decisione nei successivi gradi di giudizio auspicando in un ribaltamento della decisione di primo grado. Nonostante la sentenza, l’uomo (nativo del Kashmir e in possesso anche della cittadinanza italiana) continua a dichiararsi innocente e a ribadire di non aver mai commesso i fatti che gli sono stati attribuiti. Ha conosciuto a Magenta la donna di origini ucraine con la quale ha avuto una relazione. Tutto sembrava andare bene, fino al tracollo. Ora si attendono le motivazioni del giudice, che saranno determinanti per valutare le prossime mosse della difesa.

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