Prosegue il paradosso del Liceo ‘Salvatore Quasimodo’ di Magenta. Eccellenza a livello didattico sul piano nazionale ma Cenerentola dimenticata da Città Metropolitana a livello di struttura scolastica degna di tal nome…
E così con l’anno nuovo problemi vecchi e, se possibile, ulteriori. D’altronde, l’edificio centrale, le storiche scuole ‘Giuseppe Mazzini hanno visto passare di lì tantissime generazioni di Magentini. Stiamo parlando di una edificio della prima parte del Novecento …
Così, pur con tutta la buona volontà e gli interventi dei tecnici di Città Metropolitana, intervenuti ancora in questi giorni di ripresa scolastica, i disagi restano e sono tanti.
Ieri, la caldaia è andata in blocco, poi è ripartita con una temperatura considerata ‘accettabile’ a parte il caso della classe seconda B dove, evidentemente, c’è un problema legato alla vetustà dell’impianto che porta ad un calo di calore.
Tanto che i ragazzi anche ieri hanno dovuto rimanere fuori dato che la temperatura (solo in quella classe dell’istituto ma la cosa non è che possa esser motivo di soddisfazione …) viaggiava tra i 14 e i 16 gradi.
Obiettivamente un po’ poco per far lezione, visto che siamo in inverno e la colonnina di mercurio in questi giorni di inizio gennaio non supera i 5 gradi…
Ma oggi si è aggiunto un altro problema che fortunatamente non ha provocato danni alle persone. Altri giornali a cui piace strillare, avrebbero titolato a tutta pagina ‘tragedia sfiorata’ al Quasimodo. Noi non lo facciamo perché preferiamo ragionare sui fatti e, soprattutto, perché non servirebbe a nulla in termini costruttivi.
Sta di fatto, però, come documentato dalle immagini che Ticino Notizie ha ricevuto in redazione, che si sono staccati dei pannelli del controsoffitto in un corridoio dell’istituto frequentato da studenti, corpo docenti e personale scolastico…
Anche questa criticità pare essere imputabile al problema del logoramento complessivo delle tubature. Ma usiamo il condizionale e ci saranno nuovi sopralluoghi da parte degli idraulici in servizio a Palazzo Isimbardi che, ricordiamolo, ha la competenza totale sugli edifici scolastici superiori del territorio di città metropolitana.
La zona è stata subito transennata ed isolata prontamente dal personale didattico. Poteva andare peggio, per fortuna, è andata bene.
Già oggi gli studenti di alcune classi sono rimasti fuori dai cancelli in segno di protesta. Domani lo sciopero dovrebbe essere esteso a tutte le classi del blocco centrale e non è escluso che vi aderiscano anche gli studenti delle sedi decentrate.
Già scioperare come forma di protesta e azione di pressione… ma fino a quando??? Perchè il tema è proprio questo.
L’azione imboccata dagli studenti, seppur più che legittima e comprensibile, dinanzi ad una Città Metropolitana sorda e assente con il suo Sindaco Beppe Sala, non sappiamo quale risultato costruttivo potrà produrre.
Di certo, lo sciopero non potrà essere esteso ad libitum … e di questo ne sono consapevoli tutti: dagli studenti sino ai genitori dei ragazzi.
Perché c’è un programma didattico da svolgere e, non per niente, questa scuola sotto questo profilo è davvero un fiore all’occhiello. Che non può e non deve esser sporcato da questi fatti di cronaca imputabili unicamente ad una mala gestione da parte delle Istituzioni superiori.
In tutti questi anni sono stati gettati alle ortiche 5 milioni di euro recuperati dall’allora Assessore regionale Luca Del Gobbo attraverso un’azione congiunta con gli esponenti parlamenti del suo gruppo, adesso, sul piatto – più povero ma comunque meglio di niente – ci sarebbero altri 500 mila euro messi a bilancio nell’ultima Finanziaria dal Senatore del territorio Massimo Garavaglia.
Sarebbe davvero il caso che anziché continuare a metter pezze che poi, immancabilmente, cadono si pensasse a qualcosa di diverso.
Il nuovo Liceo resta sempre l’obiettivo numero.
La domanda a questo punto sorge spontanea citando il titolo di un celebre romanzo scritto da Primo Levi “Se non ora, quando?”
F.V.