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Magenta: l’esercito dei volontari di Non di solo Pane, sempre al servizio di chi ha bisogno nonostante le mille difficoltà (VIDEO)

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MAGENTA –  È lunedì e comincia a fare buio, i volontari di Non di solo Pane sono già al lavoro. Si stanno preparando per l’arrivo degli ospiti, donne e uomini che hanno bisogno del pasto. Sono sempre di più. Italiani, stranieri. Alcune donne uscite dall’Ucraina. Ci sono persone con casa e lavoro che hanno un’entrata. Ma non è sufficiente ad arrivare alla fine del mese. Anzi, spesso non è nemmeno abbastanza per un paio di settimane. E poi? Dopo si resta senza niente e anche mangiare diventa un problema. Il refettorio di comunità è a Magenta in via Moncenisio, ma serve tutto il magentino. Ad accoglierci è Luisa che ci mostra il salone dove vengono accolti gli ospiti ai quali viene fornito loro un primo, un secondo, frutta e verdura, fresco e pane.

“Chi ha necessità del pasto venga da noi – spiega Luisa – ci sarà un piccolo colloquio e approderà subito ai servizi che offriamo”. I numeri sono impressionanti. Il dottor Vittorio Lanzetti, del direttivo di Non di solo Pane, spiega che dall’inizio dell’attività sono stati distribuiti 150199 pasti, numeri che arrivano al 28 ottobre. “Dall’inizio della pandemia abbiamo cessato la ristorazione ai tavoli – spiega – continuando con la distribuzione al banco dei sacchetti con gli alimenti scelti dagli ospiti. Siamo arrivati a 106mila sacchetti distribuiti”.

Ultimamente le criticità si sono fatte sentire perché si ricevono sempre meno derrate alimentari dai supermercati. Soprattutto per quanto riguarda la frutta e la verdura che prima abbondavano. Ma il servizio continua perché i volontari stanno provvedendo all’acquisto anche di tali alimenti. Nessuno dovrà rimanere senza un pasto. Ma il futuro che ci aspetta non è certo roseo. “La prospettiva è di un peggioramento progressivo della situazione con un aumento dell’afflusso di ospiti – aggiunge Lanzetti – Noi vorremmo ripristinare il servizio ai tavoli, ma dagli ospiti avvertiamo il desiderio di continuare con questo sistema. Cercheremo di fare delle valutazioni e decideremo come procedere”.

Ieri sera anche don Giuseppe Marinoni, presidente di Non di solo Pane, era al refettorio di comunità. “I numeri fanno riflettere e ci indicano chiaramente che la situazione è preoccupante – commenta – Ma voglio aggiungere che l’entusiasmo e la passione che ci mettono i volontari fanno ben sperare. Ieri il dolce di San Martino è andato esaurito, un altro segno di una comunità che sostiene il refettorio”. Del resto i volontari rappresentano un piccolo esercito. Sono circa duecento. Don Giuseppe ce ne presenta uno nuovo. È un Diacono originario del Camerun che diventerà sacerdote nel mese di giugno del prossimo anno. “Vengo al refettorio tutti i lunedì – spiega – Mi piace tantissimo dare il mio contributo per aiutare il prossimo”. In cucina si alternano Luca e Antonio. Sono un po’ il pilastro del refettorio. Luca Caldera è il vice presidente dell’associazione: “Ogni giorno arrivano le derrate dagli esuberi delle scuole e di alcune ditte. Con la diminuzione dell’arrivo di frutta e verdura stiamo provvedendo noi per l’acquisto. Prepariamo i pasti, li mettiamo sul banco e li distribuiamo quando entrano gli ospiti”.

L’attività a sostegno di chi ha bisogno oggi si è ampliata notevolmente. C’è anche il progetto Tessere Lavoro e l’ambulatorio che ha avuto un rilancio proprio negli ultimi tempi. Aperto il martedì mattina e il venerdì pomeriggio. Il mercoledì. Ogni 15 giorni, è dedicato prioritariamente, alle ragazze seguite dall’associazione Lule, vittime della tratta degli esseri umani.

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