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Magenta: lavoro precario, casa di proprietà e conto in banca senza soldi, ecco i nuovi poveri (VIDEO)

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MAGENTA  – Gli ultimi anni hanno cambiato il mondo. Lo hanno cambiato in tutti i sensi perché le cose che prima sembravano scontate oggi non lo sono. Se prima la categoria dei poveri era facilmente inquadrabile, oggi non è più così. Dopo avere conosciuto i volontari di ‘Non di solo pane’, che a Magenta assistono con un pasto caldo chi ha bisogno con richieste andate sempre più aumentando, abbiamo parlato con coloro che usufruiscono di questo servizio. C’è di tutto. C’è il mondo al refettorio di via Moncenisio. Dalle donne ucraine andate aumentando con la guerra a molti altri stranieri a tantissimi italiani.

“Vengo un giorno sì e uno no solo perché fa freddo, altrimenti verrei qua tutti i giorni – racconta una signora non più giovanissima – la pensione minima che prendo non mi basta certo per arrivare alla fine del mese e questo è un grande aiuto”. La signora vive a Magenta da sempre. Ha sempre lavorato nella sua vita e adesso è in difficoltà al punto da dover chiedere aiuto per mangiare. Un uomo di 58 anni vive anche lui a Magenta. Racconta: “Non ho riscaldamento perché non lo posso pagare. Senti che freddo che fa qua, bene casa mia è fredda uguale”. Gli chiediamo se ha mai lavorato: “Certo, l’ultimo lavoro l’ho fatto come guardia di sicurezza, ma poi mi hanno mandato a Bergamo e per me era impossibile arrivarci. Prima ancora ho lavorato per una ditta della zona, ma poi sono stato licenziato”.

Mentre parliamo si affrettano ad entrare due donne ucraine. Parlano a malapena qualche parola di italiano. È una fortuna il refettorio della carità. Permette di non lasciare nessuno senza cibo. Poi ci sono la Caritas, la San Vincenzo che offrono anche vestiario. Ma lo spaccato che emerge è veramente preoccupante. Tutti siamo a rischio in un mondo cambiato troppo velocemente dove non c’è più certezza per il futuro. Un uomo di 48 anni ha scoperto da poco il refettorio: “Ho un lavoro e la casa dove vivo è di mia proprietà. Eppure con i soldi che prendo non ce la faccio. Per due settimane mi bastano e le altre due sono senza nulla”.

Lavoro mal pagato e sfruttato spesso in nero, casa di proprietà e conto in banca senza soldi. Questo identikit non è raro. Per i più sfortunati la casa non è di proprietà, ma in affitto e i problemi aumentano. Come risolvere una situazione che, a prima vista, ci pare destinata soltanto a peggiorare? I Comuni stanno facendo un lavoro importante nel trovare soldi per sostenere le famiglie in difficoltà. E così la notizia di Magenta che ha a disposizione 50mila euro che andranno a servire circa 150 famiglie in crisi va presa con ottimismo. Anche se, lo sappiamo bene, non andrà a risolvere il problema.

 

Se il cibo non sarà mai un problema il freddo fa male e per chi non ha casa le cose si complicano. Un uomo in piazza ci confida: “Adesso chiamo il 112, gli dico che sto male e mi faccio portare al pronto soccorso, così avrò un riparo per tutta la notte. Ho usato questo sistema già due volte questa settimana”.

 

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